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Se per Il Giornale “stranieri” è sinonimo di “immigrati”

Creato il 05 marzo 2016 da Salvatore Rocca @Saelvig

Se per Il Giornale “stranieri” è sinonimo di “immigrati”Torno a scrivere nuovamente un pezzo sul cattivo giornalismo compiuto dal quotidiano che ha suscitato in me particolare risentimento. Come ben saprete Il Giornale ha assunto da anni una chiara linea affine ad un'ideologia di Destra, prima vicina a Berlusconi ed oggi parallela al pensiero di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, partito xenofobo, euroscettico e discriminatorio.

Da un decennio a questa parte il cavallo di battaglia del Carroccio è divenuto quello della cosidetta immigrazione e il quotidiano non manca di pubblicare giornamente articoli d'accusa e di denuncia nei confronti degli extracomunitari, affilando i coltelli special modo se tali autori si macchiano di crimini nel nostro Paese, seppur in buona parte si tratti di accaduti inesistenti o non necessariamente collegati al tema dell'immigrazione.

L'ultima "genialata" del Giornale la possiamo ritrovare all'interno di un articolo pubblicato in data 5 marzo 2016 alle 15.05. Il titolo del pezzo è " Salva una ragazza dallo stupro e gli immigrati lo accoltellano", una faccenda certamente terribile. Ma cosa è accaduto nello specifico? " Alessio De Bernardi stava festeggiando il suo compleanno con alcuni amici. Intorno alle tre di notte, è uscito dal locale e ha visto due stranieri che stavano aggredendo una ragazza in un angolo isolato della via" si legge nel pezzo, con le prime righe che, tuttavia, non coincidono già con il titolo di apertura.

Possiamo notare infatti come inizialmente si fosse parlato di "immigrati", termine che, secondo la , significa " Che, o chi, si è trasferito in un altro paese". Poniamo inoltre il caso che i due aggressori fossero autorizzati o meno ad occupare il suolo italiano. Anche in questo caso è la cara Enciclopedia ad essere in nostro aiuto preoccupandosi di presentarci la differenza tra " i. regolari; i. irregolari (o clandestini), privi di permesso di soggiorno ". Nell'articolo si parla invece di stranieri.

Proseguendo nella lettura possiamo esaminare il racconto del giovane ferito che su Facebook scrive: " due stranieri stavano aggredendo una ragazza in un angolo isolato,esattamente in un parcheggio,nessuno e' intervenuto e mi sono sentito in dovere di intervenire e difenderla,hanno tirato fuori un coltello e mi hanno colpito al dito medio della mano destra". Anche qui si parla di stranieri. E gli immigrati? Dove sono finiti? Quanto è sottile la differenza tra i termini "immigrato" e "straniero"? Leggiamo ancora la Treccani alla voce "". " Varie sono le figure che possono essere compendiate nel termine straniero ("immigrato", "rifugiato", "profugo", "apolide"), la cui nozione, in mancanza di una precisa definizione nell'ordinamento italiano, può desumersi dalla sua contrapposizione allo status di cittadino ".

Dunque il termine "immigrato" può essere compendiato (ovvero riepilogato, sintetizzato) in "straniero", ma non indica sempre lo stesso soggetto. Ancora: "La qualifica d' immigrato si riferisce alla persona che ha fatto ingresso in Italia per soggiornarvi per motivi di lavoro, studio e famiglia, generalmente proveniente da paesi extraeuropei". Badate bene: "paesi extraeuropei".

Cosa sappiamo sugli aggressori del musicista (al quale, ovviamente, va la massima solidarietà)? Abbiamo a disposizione lo status, la nazionalità o altro che ci permetta di dedurre che i malviventi in questione fossero obbligatoriamente "immigrati"? Un malvivente resta un malvivente a prescindere se esso sia ghanese, francese, svizzero, statunitense o asiatico. E allo stesso modo se cattolico, islamico, ebreo o ateo.

Anche il portale scrive che " quotidianamente mezzi di informazione, blog, siti internet e le nostre stesse conversazioni sono popolate da termini come "straniero", "clandestino", "profugo", "rifugiato". Questi termini NON sono sinonimi. Il nostro utilizzarli come tali crea una grande confusione. (...) Spesso utilizziamo "immigrato" come sinonimo di "profugo", o "clandestino", rendendo identiche situazioni totalmente differenti". Idem dove si specifica che " non tutti gli stranieri sono immigrati ". Allora perchè uniformare il termine "straniero" ad "immigrato" e, conseguentemente, "malvivente"? È uno dei tanti mali del giornalismo italiano condizionato da interessi politici e che si offre, senza filtri, a centinaia di migliaia di lettori privi di anticorpi critici.

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