Se potessi fare una riforma al mese... #renzilavorasuicontenuti

Creato il 18 febbraio 2014 da Alessandro @AleTrasforini
Le roboanti dichiarazioni del Presidente del Consiglio incaricato (e/o Segretario nazionale del Pd?) Matteo Renzi hanno fatto il giro di mass-media e mezzi di informazione: 
"[...] Ho ricevuto l'incarico di provare a formare il nuovo governo, ho accettato con riserva, con la responsabilità e il senso della rilevanza di questa sfida. Ho ringraziato il Presidente e gli ho assicurato che metterò tutto l'impegno e l'energia di cui saremo capaci in questa sfida difficile. Il Presidente mi ha rappresentato in modo compiuto e articolato l'esito delle consultazioni, che è quello di un allungamento di questa legislatura. [...] A febbraio riforme costituzionali, a marzo lavoro e occupazione, ad aprile la riforma della pubblica amministrazione e a maggio la riforma del fisco. [...] Lavoreremo sui contenuti. [...]"
La parte più importante del discorso svolto ieri a margine delle consultazioni con il Presidente della Repubblica è stata pronunciata fra le ultime parole spese: "Lavoreremo sui contenuti".  E' di contenuti che questa Italia (e questi italiani) ha(nno) più bisogno, non certo di hashtagda gettare fra le "forche caudine" di un Paese assetato di futuro e salvezza.  Tutto ciò sembra acquistare ulteriore considerazione se si vuole guardare alla coerenza di certe proposte quali, ad esempio, quella dell'ormai troppo famoso #cambiaverso: la manovrache ha condotto l'attuale Premier incaricato a formare il nuovo Governo sembra essere infatti degna di ben altre m(om)enti della Repubblica.  Per il prossimo esecutivo, infatti, sembra prospettarsi un futuro difficile per i primi mesi in cui, per bocca dello stesso Premier, sarà necessario occuparsi di (quasi) tutte le emergenze di questo Paese; basteranno 30 giorni esatti per chiudere l'argomento "riforme costituzionali", ne serviranno altri per elaborare provvedimenti impostati su "lavoro e occupazione". Solo dopo, invece, si risolveranno le questioni "pubblica amministrazione" e "fisco".  A fronte di queste dichiarazioni, purtroppo, continuano a sorgere sempre le stesse identiche domande: sarà veramente così facile rivoluzionare l'Italia con provvedimenti specifici in un tempo così breve?  E' veramente possibile raddrizzare il destino (inevitabile?) dell'Italia con provvedimenti che, in uno scenario normale, riuscirebbero a produrre risultati concreti e (pro)positivi solo sul medio-lungo termine? Che ruoli potranno avere la concertazione con altre forze e schieramenti, in ottemperanza alla necessità di dover procedere in maniera così spedita? Si potrebbe sostituire l'aggettivo "spedita" con "sbrigativa", qualora  dovesse essere più che evidente il (legittimo) sospetto di tremenda faciloneria nel gestire la delicatezza di un incarico simile? Sembra infatti (pur)troppo evidente che, nonostante slogan e proclami, l'entità dei problemi effettivi da risolvere rimanga troppo grande per poter essere gestita con provvedimenti "da calendario".  Qualche "osservazione" in controtendenza con gli osannamenti attuali (e tremendamente tristi) è definibile a partire da una serie di dati e numeri con cui è essenziale dover "far di conto":
  • Riforma del Lavoro ed Occupazione: la riforma del lavoro, collegata strettamente alla realizzazione di alcuni provvedimenti volti a creare le condizioni per sbloccare domanda ed offerta di lavoro, deve intersecarsi in un orizzonte che tenga conto dei profili socio-economici caratteristici del sistema italiano. Su questo fronte, pertanto, sembra impossibile promuovere provvedimenti che vadano ad incidere concretamente nel breve. 
La conferma principale di questo campo può arrivare, nei dettagli, dallo svolgimento di una minima analisi economica del cosiddetto Jobs Act promosso dal Segretario Pd ed attuale Presidente del Consiglio incaricato.  I costi al netto dell'architettura complessiva di tale provvedimento oscillano, secondo stime più o meno attendibili, ad una cifra compresa fra 18 26 miliardi di Euro: in altre parole, pertanto, si parla di cifre uguali o superiori all'1,125% dell'intero PIL italiano.  Non è definitivamente chiarito se queste siano spese da sostenere strutturalmente od una tantum, ma poco importa in un momento di tremenda congiuntura economica come quello attualmente "in corso d'opera".  Un piano così rilevante ed ambizioso dal punto di vista economico (l'impatto reale e la sostenibilità sociale sono tutte da verificare) non potrebbe purtroppo essere realizzabile appieno in un contesto di risorse carenti.  Le argomentazioni che si nascondono dietro a tale affermazione sono fondate e legate a vincoli di vari(egat)a natura: scarsità di fondi strutturali, impossibilità ad ottenere la necessaria dose fondi comunitari, impossibilità di affrontare contemporaneamente un piano di sostegno al reddito e lotta alla disoccupazione, [...].  Il recente passato, da questo punto di vista, conferma l'insostenibilità di proposte politiche con impatti economici largamente inferiori a quello previsto dal "Jobs Act": si guardi, per citare un esempio fra i molti possibili, all'utilizzo delle cosiddette "clausole di salvaguardia" impiegate per colmare gli eventuali gap potenzialmente riscontrabili nel reperimento effettivo delle risorse previste. Guarda anche all'occhio critico di chi pone domande simili, la politica#hashtag? Dalle cronache recenti, non sembra possibile dare una risposta affermativa a questa domanda. I soli punti realmente concretizzabili nel mese di lavoro potrebbero essere quelli sostenibili seguendo la logica dell'impatto zero, purtroppo. E' davvero possibile strutturare un "Jobs Act " a costo zero od almeno a "saldi invariati" nel rispetto degli equilibri(smi) di bilancio a cui è costretto lo Stato italiano? Qualora la risposta a queste domande fosse negativa, moltissime voci del piano lavoro non sarebbero neppure lontanamente applicabili. Nell'ordine di proposta, è possibile scrivere che: 
  1. Energia: impossibile ridurre in maniera cospicua il costo dell'energia per le aziende medio-piccole;
  2. Tasse: possibile veramente contrarre l'IRAP del 10% su scala nazionale, come previsto dal testo licenziato in origine dalla Segreteria del Pd?
  3. Azioni dell'agenda digitale: l'affermazione di un processo digitale prevede giocoforza la necessità di creare un "terreno" favorevole dentro cui procedere a "semina normativa". L'Italia è un Paese ancora sideralmente distante alla "concorrenza" extra-nazionale rispetto a tematiche come queste: prima dell'agenda digitale servirebbe intraprendere spese cospicue per l'avvio di procedure di "digitalizzazione nazionale";
  4. Azioni operative per la creazione di posti di lavoro in settori strategici: dentro questacornice si muovono molti dei possibili provvedimenti applicabili in termini reali, quali ad esempio culturaturismoagricolturagreen economyedilizia (settore tragicamente falcidiato durante l'attuale crisi). L'impatto di "suggerimenti normativo-procedurali" non sembra particolarmente sufficiente all'innesco di provvedimenti destinati ad impattare radicalmente sulle politiche occupazionali;
  5. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro: il riordino complessivo del sistema di tutela occupazionale disegna la necessità di reperire risorse notevoli e, fino ad oggi, troppo difficili da reperire.
Questi punti sono solo alcuni dei "fattori di rischio" che è essenziale tenere sotto controllo per favorire il "lavoreremo sui contenuti" rispetto alla (pur)troppo nota politica degli slogan e degli annunci.  E' possibile proseguire una prima analisi delle "riforme mensili" continuando con l'elenco riportato nel seguito:
  • Riforma del fisco: la necessità di riformare concretamente il fisco è subordinata alla necessità di reperire in breve tempo fondi notevoli annualmente tolti dalle casse dello Stato: è implicito, in questi termini, il richiamo al bilancio desumibile da evasione fiscalecorruzione
Le stime (realmente attendibili e fondate?) descrivono di cifre superiori ad oltre 100 miliardi di Euro: possibile parlare di radicale riforma del fisco a fronte di carenze così tremende, tremendamente evidenti e terribilmente non arginate per tempo? Sembra impossibile inaugurare un #cambiaverso su questo fronte, purtroppo. Sembrano essere troppe le condizioni al contorno che continuano a "remare" in senso opposto ad ogni possibile positiva intenzione.  Dovrebbe essere anche essenziale tenere conto del mancato apporto di risorse future, a seguito del tracollo occupazionale a cui il sistema socio-economico italiano è andato incontro da troppi anni a questa parte; basti pensare all'andamento dell'impiego in questo ultimo periodo:
  1. Disoccupazione "globale" in Italiaottobre 2012 11,2% circa ottobre 2013 12,5% circa;
  2. Disoccupazione giovanile in Italia2006 22% circa 2013 (ott) - 41,2% circa.
Quante possibilità vi sono, nel concreto, di abbassare il costo del lavoro innescando eventualmente politiche strutturali volte alla redistribuzione delle risorse? A domande come queste dovrebbe essere urgenti fornire risposte altrettanto argomentate ed imponenti. Condizionale d'obbligo...e di hashtag.  Altri discorsi sarebbe possibile promuovere a corredo del capitolo "Pubblica Amministrazione", definendo quale linea tendenziale assumere per razionalizzare costi e minimizzare sprechi: perseguire la politica dello spot od inaugurare una proposta tecnico-politica basata sulla reale necessità di ottimizzare il funzionamento della "macchina statale" a più livelli.  Sul capitolo "riforme istituzionali", infine, si è detto e discusso moltissimo: la necessità di "aggiornare" lo Stato è un tentativo da non confondere con la "possibilità" di smantellare l'architettura costituzionale prima ed istituzionale poi. Il recente passato richiama indizi a sostegno di questa tesi, purtroppo.  Richiamando i contenuti nel dettaglio, aderendo ad una serie di specchietti illustrativipresentati nel numero odierno de La Repubblica, è possibile scrivere quanto segue per i (presunti) provvedimenti attualmente in fase di stima e definizione:
  1. Tasse:
  • Piano di fedeltà fiscale, rivolto al recupero di 30-35 miliardi di gettito evaso (pagamenti tracciabili con tetto di 500 Euroestensione di modalità di pagamento elettronico,fattura  elettronica in contratti fra aziendedichiarazione patrimoniale estesa a contribuenticoordinamento stretto fra guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate ed Equitalia);
  • Detassazione Irpef per i redditi medio-bassi: previsto taglio di circa 50 Euro/mese per  chi guadana meno di 2mila Euro/mese. Costo previsto di 8-10 miliardi, finanziabili attraverso il recupero di gettito evaso;
  • Taglio IRAP del 10%, da finanziare con aumento delle tasse sulle rendite finanziarie (inasprimento Tobin Tax?).
2. Il lavoro:
  • Contratto unico a tempo indeterminato per i neoassunti: per i primi tre anni niente tutele previste da articolo 18 decontribuzione dell'impresa;
  • Flessibilità contrattuale solo per esigenze produttive: allargamento delle tutele damalattia maternità;
  • Sussidio di disoccupazione universale, affiancato ad obbligo di seguire corsi di formazione per poter essere adeguatamente ricollocati;
  • Riforma dei centri per l'impiego, coordinati ed indirizzati da un'Agenzia Unica Federale. Previsto anche obbligo di rendicontazione per le spese sostenute, per formazione ed introduzione di standard di prestazione;
  • Provvedimenti legislativi su rappresentanza sindacale: ad ora voce non meglio specificata. 
3. Dipendenti pubblici statali
  • Valutazione dei risultati in base agli obiettivi misurabili fissati: il mancato raggiungimento degli obiettivi comporta il licenziamento del dirigente competente;
  • Eliminazione della figura del dirigente con contratto a tempo indeterminato: provvedimento da assumersi a tutti i livelli del settore pubblico;
  • Pubblicazione on-line di ogni atto della Pubblica Amministrazione;
  • Semplificazione amministrativa su procedure di spesa;
  • Centralizzazione di strutture di supporto;
  • Allargamento del perimetro Consip: ridefinizione delle modalità di acquisto di beni e servizi. 
Alla luce delle considerazioni svolte, pertanto, è possibile trarre una prima conseguenza logicamente radicale per le politiche del futuro Governo Renzi: a riforma radicale può corrispondere un costo notevole. Gli ostacoli da abbattere per concorrere alla realizzazione di una politica omogenea e funzionale all'ottenimento di benefici sembrano essere moltissimi, siano essi di natura economica o di matrice finanziaria: è soprattutto su questo campo che si deve giocare la "sfida" prevista da chi ha detto di voler inaugurare una nuova epoca con il #cambiaverso? A complemento di questa domanda sembra sia necessario aggiungere l'ammontare complessivo (e sul cui beneficio dovrebbe essere costruito un collettivo dibattito) dei costi derivanti dagli accordi europei sottoscritti senza colpo ferire dal Parlamento italiano nella precedente Legislatura.  Su questo fronte sarà necessario adoperarsi per concorrere allo sblocco (totale o parziale) dei vincoli che, ad oggi, sono per l'Italia intera ben più di un cappio al collo; è spontaneo riportare la citazione da un articolo recente pubblicato da Il Messaggero
"[...] Siccome «il toro va preso per le corna» [...] la battaglia per superare il vincolo del 3 percento nel rapporto deficit-pil - «Solo così possiamo ridare fiato all’Italia» - battendo i pugni sul tavoli di Bruxelles e di Berlino è quella su cui Renzi è deciso a giocarsi tanto. Sa che non sarà facile. Ma sa anche che su questo «dovremo andare avanti come tori» - ed è confermato per ora il suo viaggio a Bruxelles per la prossima settimana - perché i cittadini si sentono strozzati dal rigorismo «stupido» e l’atteggiamento della Germania è quanto di meno popolare quaggiù.[...]"
Sembra essere su questa strada piuttosto forzata la necessità di imprimere una svolta radicale alle politiche europee, non solo nel banale semestre di presidenza fino a poco tempo fa spacciato come rimedio ad ogni male possibile. Niente di più sbagliato, vorrebbe poter dire il buonsenso. Allo stesso modo è illusorio rapportare il campo delle battaglie ad una discussione votata alla ridefinizione e (ri)discussione del 3% di deficit annuo da non sforare: cosa ne rimane degli accordi da mantenere in merito al sottoscritto "Fiscal compact", giusto per fare un esempio? L'avanzo di bilancio da destinare annualmente alla riduzione del debito pubblico sembra essere, ad oggi, un obiettivo raggiungibile solo al costo di perpetuare lo smantellamento del sistema sociale e del welfare nazionale.  Sarebbe possibile vedere soprattutto su questo "campo" un netto e radicale #cambiaverso? A questa e moltissime altre domande avrà il dovere di rispondere, con competenza e pragmatica fretta, il futuro Presidente del Consiglio: basterà aver cambiato una sola persona per (ri)avviare  i circoli virtuosi necessari a far migliorare nuovamente questo Paese? A chi basterà? Mercati e/o editori? Poteri forti e/o cittadini?  I "compagni" di maggioranza saranno infatti i medesimi, reduci da un processo di "restrizione di (larghe) intese", mentre l'orizzonte della Legislatura è passato da "emergenziale" a "costituente".  Il respiro da dare al prossimo mandato governativo dovrebbe guardare, per ammissione dello stesso Renzi, all'orizzonte del(l'ancora lontano2018: si tratta questo di un obiettivo realistico? Stanti le condizioni pre-esistenti e tutt'ora vigenti, sembra un traguardo arduo e "difficile" da raggiungere.  A voler essere ovviamente ottimisti.  A ritmo di "una riforma al mese", forse, progetti ed idee concrete potrebbero esaurirsi presto: si dovrebbero superare, così procedendo, le 40 riforme complessive. A quando un pò di riposo istituzionale? Scherzi a parte, purtroppo, le difficoltà sembrano essere allo stato attuale enormemente maggiori delle opportunità. Riemergono, su questo fronte, le inconsapevoli ma (forse) profetiche parole di Fabrizio Barca, ex-Ministro alla Coesione Territoriale del Governo presieduto da Mario Monti: 
"[...] tra 30 giorni, quando si capisce che non c’è niente, il Paese dà di testa."
Il "niente" risuona emblematico, visti i tempi attuali...alla fine resterà un vuoto clamoroso (ma non difficilmente pronosticabile?) all'interno della chiosa finale "Lavoreremo sui contenuti"?
Fonte immagine: theformgroup.com - Ricerca Google
Per saperne di più:
"Renzi, la road map: una riforma al mese", L'Unità  (http://www.unita.it/politica/renzi-colle-napolitano-quirinale-incarico-premier-totoministri-governo-fiducia-diretta-video-1.552146)
"Programma Renzi, lavoro: a marzo il “Jobs act”, contro riforma Fornero.", Leggioggi.it (http://www.leggioggi.it/2014/02/18/programma-renzi-lavoro-marzo-il-jobs-act-contro-riforma-fornero/)
"Jobs Act, ecco il testo del piano lavoro di Matteo Renzi.", Leggioggi.it (http://www.leggioggi.it/2014/01/09/jobs-act-ecco-il-testo-del-piano-lavoro-di-matteo-renzi/)
"Il Jobs Act di Matteo Renzi: il lavoro che verrà (forse!)", Leggioggi.it (http://www.leggioggi.it/2014/01/23/il-jobs-act-matteo-renzi-il-lavoro-che-verra-forse/)
"Il Jobs Act punto per punto: costi e omissioni del piano di Renzi.", IlFattoquotidiano.it (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/10/lavoro-il-jobs-act-punto-per-punto-costi-e-omissioni-del-piano-di-renzi/837927/)
"I conti in tasca al 'Jobs Act' di Renzi", keynesblog.com (http://keynesblog.com/2014/01/20/i-conti-in-tasca-al-jobs-act-di-renzi/)
"Siete pronti al salasso del Fiscal Compact?", formiche.net (http://www.formiche.net/2014/01/05/euro-fiscal-compact/)
"Renzi, subito la scossa: jobs act e battaglia sui vincoli Ue.", ilmessaggero.it (http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/POLITICA/renzi_governo_scossa_jobs_act_vincoli_ue/notizie/519549.shtml)
"Corruzione, Ue all’Italia: “La vostra norma non basta. E stop leggi ad personam”",Ilfattoquotidiano.it (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/03/corruzione-ue-allitalia-la-vostra-legge-non-basta-e-stop-leggi-ad-personam/867310/)
"Clausola di salvaguardia: dal 2015 disposto l'aumento dell'accisa su benzina e gasolio.",directio.it (http://www.directio.it/multimedia/news/2013/12/02-mef-clausola-salvaguardia.aspx)
"Clausola di salvaguardia: aumenti acconti IRES ed IRAP ed accise sulla benzina.",ateneoweb.com (http://www.ateneoweb.com/aw/news/clausola-di-salvaguardia-aumenti-acconti-ires-ed-irap-ed-accise-sulla-benzina,25963-4-1.html)
"Governo: Impegno Italia, risorse 32,5 mld. A taglio costo lavoro 19 mld.", asca.it (http://www.asca.it/news-Governo__Impegno_Italia__risorse_32_5_mld__A_taglio_costo_lavoro_19_mld-1363720.html)

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