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Se provassimo anche noi? #toysgenderfriendly

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

La Svezia è un paese da sempre molto attento alle questioni di genere, va da sè che si è piazzata tra i primi posti  della classifica del Global Gender Gap. Dopo aver abbattuto gli stereotipi di genere negli asili, anche i cataloghi dei giocattoli puntano ad eliminare gli stereotipi di genere che condizionano le scelte di bambini e bambine.

Se provassimo anche noi? #toysgenderfriendly

Due bambini, un maschietto e una femminuccia condividono una casetta rosa piena di Barbie. Nella seconda pagina, una bambina sta giocando con una pistola azzurra e un bambino che gioca con CiccioBello.

Guardando questo catalogo mi rendo conto quanto è profondamente arretrato il nostro Paese, non per niente si trova all’80esimo posto nel mondo per gap di genere. “I maschi devono fare i maschi” “le femmine devono fare le femmine” è pensiero comune in Italia, mentre i cataloghi natalizi si riempiono di bambole, cucine, ferri da stiro, lavatrici mini, trucchi  tutti rosa per bambine e pistole, trenini, macchinine per bambini.

L’arretratezza del nostro Paese si legge anche dai commenti lasciati sotto la notizia. Tristemente constatiamo che sono gli uomini ad essere contrari alla parità di genere. A gran parte degli uomini non va proprio giù che le italiane invochino parità e si dichiarino sempre di più contro il pattume sessista delle pubblicità. 

La Svezia è una civiltà che ha introiettato da tempo i valori di parità ma  questo non è motivo di rassegnarsi. Infatti il catalogo appartiene alla Toytop, una multinazionale che detiene anche la Toys R Us svedese che era stata contestata per aver diffuso un catalogo in cui le bambine erano vestite da principesse e i bambini da supereroi. Il garante per la pubblicità aveva tacciato la Toytop di “discriminazione di genere”, invitandola a cambiare strategia. Per questo, nei nuovi cataloghi ci sono bambini che allattano bambolotti e bambine che sparano con fucili. 

Pur non avendo un garante che intervenga per sanzionare ogni messaggio sessista, credo che se noi donne iniziassimo a contestare sommergendo e aziende di email, le cose cominceranno a cambiare pure qui. Ci vorrà certo molto tempo, sappiamo che nel nostro paese non c’è una cultura paritaria, ma almeno nascerà una nuova sensibilità verso queste tematiche, come è successo con le pubblicità sessiste.

Ad esempio, vi torna che finora qualche mamma abbia contestato il fatto che le pubblicità e i cataloghi natalizi discriminino bambine da bambini? No.E allora che aspettiamo?

Se trovate cataloghi sessisti non esistate a scriverci a [email protected]

Sbrighiamoci che Natale è vicino!:)

#toysgenderfriendly

Fonte QUI

Ecco le foto:

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