Nell’ anniversario della giornata della memoria dal profondo del cuore sento di evitare ( per rispetto alle vittime della Shoa) frasi gonfie e traboccanti di retorica. L’ unico modo reale per vivere la brutalità di quello sterminio è affidarsi alle parole, ancora evocatrici di morte e distruzione, di chi è stato testimone dell’ industria di morte che ebbe luogo nei campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Queste parole sono tratte dall’ opera di Primo Levi Se questo è un uomo. In particolare alcuni dei versi che fanno da introduzione al suo capolavoro. Ve le affido:
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici.
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’ inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.