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Se sei polacco sei figo (e se sei ucraino sei sfigato)

Creato il 02 giugno 2012 da Vivalafifa @WlaFifa
Ha ricevuto palla al limite dell’area, spalle alla porta. Si è  girato rapidamente, con una finta ha messo a sedere il difensore avversario e con un preciso diagonale ha imparabilmente battuto il portiere, segnando il gol del 4-0 della Polonia sull’Italia.Il bomber si chiama Donald Tusk. Il difensore Enrico Letta. Tranquilli, non si tratta di una partita di Euro 2012, ma della sfida tra parlamentari italiani e parlamentari polacchi che si è giocata il 28 maggio a Cecchignola, Roma. I nostri “amatissimi”, anche se non si sa da chi, politici hanno perso 7 a 2 con i loro pari livello stranieri. E il premier Tusk è stato il migliore in campo. Ha segnato una doppietta che i presenti definiscono di “pregevole fattura”. Chissà se Franciszek Smuda, ct della nazionale polacca, ci ha fatto un pensierino a chiamare Tusk. Magari come quarta punta, alle spalle di Lewandowski, Sobiech e Brozek. Di sicuro Prandelli non prenderà in considerazione Maurizio Paniz nel caso ci sia qualche altra defezione nel gruppo azzurro dopo quella, legale, di Mimmo Criscito.Sarà anche un segnale insignificante, ma la roboante vittoria dei parlamentari polacchi dimostra ancor di più l’impressionante differenza che c’è in questo momento non solo tra Polonia e Italia, ma tra Polonia e la quasi totalità del resto d’Europa. In un’Unione sempre più allo sbando, dove da mesi o forse anni (chi se lo ricorda di più) si parla solo di Merkel, Sarkozy, spread, eurobond e James Bond (per fortuna non più di Bondi), i polacchi si possono considerare un’isola felice. I panzer tedeschi segnano una crescita dello 0,9% annuo? Benissimo, la Polonia fa il 3%. Se Berlino è la locomotiva, Varsavia può a pieno titolo (o a pieno titulo) rivendicare lo status di treno intero. E non stiamo parlando di Italo. La disoccupazione del 20% di qualche anno fa è solo un ricordo. Così come invece è solo un progetto l’entrata nell’euro. Mica scemi i connazionali dell’ultimo Papa non infestato da corvi e cornacchie. Avrebbero dovuto entrarci nel 2012, ma tutto è sospeso fino al 2016. Nessuna fretta di abbandonare il caro vecchio zloty. Tutto va a gonfie vele, anche se di mare ce n’è pochino: crescita economica, lavoro, turismo. Varsavia è l’unica capitale europea che si degnerà di visitare il premier cinese Wen Jiabao nel 2012.Gli Europei di calcio, insomma, non potevano trovare casa migliore. Perlomeno in questa metà, ecco. Nella parte più vicina ai cari, vecchi, rassicuranti, fallimentari paesi occidentali. Sempre che abbia ancora un senso distinguere tra paesi dell’Ovest e paesi dell’Est e non invece tra nazioni allo sbando e nazioni che in qualche modo riescono a tirare avanti. Da questa parte della manifestazione nessuno si vergognera’  a farsi fotografare. Qui non ci sono ex leader politici rinchiusi in carcere e menati di santa ragione. Anzi, qui l’ospitalità è massima: Donald Tusk ha invitato, da Roma, tutti gli italiani in Polonia: “Sentitevi come a casa vostra”. Ora, non in molti hanno frainteso, visto che qui da noi di gente in mezzo alla strada ce n’è sempre di più. Ma Tusk pare si riferisse a quelli che quattro mura intorno riescono ancora ad avercele.Tra pochi giorni, 8 giugno ore 17.40 in punto, è attesa l’inaugurazione di Euro 2012 al National Stadium di Varsavia. E sarà il primo Europeo di calcio organizzato in un ex paese dell’est. La cerimonia di apertura, durata 12 minuti, vedrà protagonista il pianista ungherese Adam Gyorgy. Suonera’ Chopin. Gyrgy, tra l’altro, fa parte della nazionale ungherese di calcio a 5. Da noi invece canta Arisa. Così, tanto per dire. E poi, tornando all’Eurozona, i polacchi si augurano che non si verifichi il salvataggio della Grecia. Perlomeno non in quell’occasione, visto che la gara inaugurale è Polonia-Grecia. Gufata en passant: anche nel 2004 la Grecia ebbe l’onere di inaugurare la manifestazione contro i padroni di casa. Vinse 2 a 1 contro il Portogallo e alla fine vinse l’Europeo. In finale. Sempre contro il Portogallo.Chissà, magari in Polonia firmerebbero per arrivare in finale. Ma rispetto al passato, la fiducia sembra non essere così mal riposta. La squadra di Smuda è composta da buoni giocatori, ha un’età media molto bassa (25 anni) e promette di fare buone case. A partire dal girone, che certo non si puo’ definire irresistibile. Grecia, Russia e Repubblica Ceca si possono battere. Anche se la Polonia arriva da decenni di vacche magre. E non stiamo parlando di olgettine anoressiche. Dal 1986 al 2002 nessuna partecipazione alla fase finale di un grande torneo. Nel 2002 e nel 2006 due mondiali orripilanti, con due eliminazioni ai gironi. Stessa sorte nell’Europeo del 2008, l’unico al quale la Polonia abbia mai partecipato. Lontanissimi i fasti degli anni ’70 e ’80, con i terzi posti nei mondiali del 1974 (vittoria nella finalina contro il Brasile) e del 1982 (sconfitta in semifinale contro l’Italia). Ma ora la voglia di rivalsa sembra esserci. E anche le possibilità.Fuori gli “italiani” Glik (Torino) e Boruc (Fiorentina) del quale Smuda aveva detto qualche tempo fa: “Lo convocherò quando diventerà titolare al posto di Frey”. Non è bastato. L’asse portante della squadra è targato Borussia Dortmund: Pisczek, Blaszykowski e il bomber Lewandowski. Ma occhio al 19enne Wolski del Legia Varsavia. E soprattutto occhio a Tusk. Sia mai che alla fine gli venga la voglia di giocare. Dicono che anche lui, ogni tanto, si travesta da Ronaldinho. E dalla Boccassini? Ecco, quello pare proprio di no.Lorenzo LampertiTwitter @lorenzolamperti

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