Il cuore non è altro che marea.
Quante volte si salpa, vele spiegate, intrepidi e coraggiosi, spensierati e persi… Il grande blu dell’anima con i suoi misteri ci attende, il nostro galeone e il nostro equipaggio di esperienze o di inesperienze ci portano verso lidi sconfinati e inesplorati, isole dalle spiagge dorate e dalle strane forme.
Spesso però, si Naufraga.
La Tempesta annunciata da oscure geometrie che infettano il cielo, i gabbiani che ci urlano nella loro antica lingua, quelle strane sensazioni che non riusciamo ad attribuire a nulla ci assalgono e poi trascinati dai venti urlanti della vita ci troviamo abbandonati su quell’isola dei rimpianti e dei ricordi.
Ma su quell’isola nessuno ci vuole restare, quindi costruiamo la nostra bella zattera di novità e proviamo a ritornare a casa. Un viaggio duro dove si compiange l’insuccesso, le mani vuote, il tesoro mancato… Apparentemente non ci si trova nulla, ma dopotutto non è vero. La zattera è importante, senza la zattera non si torna a casa.
Una volta arrivati, stanchi e affannati, timorosi di dover affrontare di nuovo l’oceano ci rintaniamo nelle nostre strade sicure, le percorriamo e le ripercorriamo, ma dopo un po’ ci sembrano noiose, tutto già visto, tutto già fatto, tutto già sentito. Il mare ci chiama e come resistere alla sua voce di onde e di promesse? Tentiamo e ritentiamo di non cascarci più, facciamo una camminata sul porto e vediamo tutte le navi attraccate, giriamo la testa, procediamo fischiettando come se tutto andasse benne. Ma non va bene, noi quel richiamo lo sentiamo dentro e non possiamo resistervi.
Taglio cinematografico ed eccoci qui…
Nuova nave, nuovo equipaggio, nuovi noi stessi: ripartiamo coraggiosi, portando sempre dentro di noi la speranza di poter tornare a casa, magari stavolta con il tesoro nelle nostre mani.
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