Harmful harvest
Si rincorrono allarmanti notizie a proposito di un evento epocale che dovrebbe accadere a settembre di quest’anno. Di preciso non si sa che cosa bolla nel pentolone: qualcuno paventa un collasso socio-economico, qualcun altro evoca il passaggio del Pianeta X, altri pensa ad una svolta politica in senso totalitario, altri ad un’invasione o al solito conflitto mondiale...
Sono scenari spesso vaticinati negli ultimi lustri: sono “profezie” che si sono adempiute, quando si sono adempiute, solo in parte. Si sa: si grida al lupo al lupo! Così si sta sempre allerta, ma non accade alcunché. Quando il lupo arriva veramente, è ormai stata abbassata la guardia.
L’aspetto serio della questione è il seguente: fonti tra loro indipendenti ed eterogenee preannunciano per il settembre venturo un evento di portata decisiva. Sarà dunque il tempo della grande mietitura? Nessuno può saperlo con certezza. Si può almanaccare e semmai distinguere tra due probabili orizzonti: da un lato un accadimento repentino destinato a porre la popolazione di fronte ad una situazione inedita e rovinosa (ad esempio, un black out prolungato con tutte le deleterie conseguenze del caso) oppure il deterioramento sarà caratterizzato da una parabola snervante, da quella lentezza con cui si sta sfilacciando il tessuto economico e sociale, insieme con la progressiva spoliazione dell’ambiente. E’ chiaro che in tale processo agonico gioca un ruolo cruciale la geoingegneria clandestina: le scie chimiche, ad esempio, hanno trasformato la florida California in una landa desertica. Il triste declino di Gaia, infatti, è connesso soprattutto ad una scellerata e deliberata politica, ad una smania di distruzione cui si aggiungono in una letale sinergia fenomeni naturali o presunti tali, come eruzioni vulcaniche, sismi, maremoti.
Preppers
Negli Stati Uniti d’America li chiamano "preppers": sono cittadini che, temendo qualche calamità, da tempo hanno già provveduto ad approntare scorte di viveri, armi, acqua nonché a premunirsi di tutto il necessario per sopravvivere in un paese dove è stata dichiarata la legge marziale ed in cui imperversano flagelli biblici.
Dobbiamo riconoscere che i "preppers" sono previdenti, sebbene le molteplici variabili ed incognite di un pianeta “post-atomico” rendano ardua una sopravvivenza anche per chi ha predisposto le idonee riserve alimentari e le necessarie risorse strategiche.
Escludiamo che il cittadino comune nell’opulento e fatuo mondo occidentale abbia anche una sola chance di adattarsi e di resistere in una realtà completamente stravolta, senza tutti gli agi che consideriamo – a torto - scontati. Gli uomini più o meno sono sempre gli stessi: se una volta le coppie scoppiavano, perché lui o lei schiacciava nella parte sbagliata il tubetto del dentifricio, oggi ci si dispera per una mancata connessione alla Rete. Ci si adira e si litiga per quisquilie, incapaci di apprezzare quello di cui, bene o male, usufruiamo, prigionieri di un egoismo cieco ed edonista. Perfetto: se non dovessimo più avere a disposizione l’acqua, deliberemo deliziosi long drink.
Essere organizzati da un punto di vista pratico significa essere pure pronti sotto il profilo psicologico e, in parte, viceversa, ma la vediamo molto molto grama: è plausibile che l’ingranaggio strazierà tutti, degni ed indegni, con un’assurda preferenza per i primi.
Montale nel componimento “Il sogno del prigioniero” si domanda: “Ancora ignoro se sarò al festino/farcitore o farcito. L'attesa é lunga,/il mio sogno di te non è finito”. Parole profetiche: non sappiamo se saremo farcitori o farciti. Beato comunque chi, come il poeta genovese, sa ancora sognare...
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