Magazine Diario personale

Se solo ricordassimo.

Creato il 04 agosto 2015 da Cristiana

Se solo ricordassimo di essere partiti anche noi. Di avere avuto i piedi neri, i corpi sporchi, la pelle scura, più scura di quella di chi abitava i posti dove andavamo a cercare fortuna. Se solo guardassimo le foto dei nostri nonni, scavassimo nelle cantine a sentire l’odore dei bauli di famiglia. Se solo accettassimo di essere stati maschi che hanno chiamato le loro donne promettendole di sposarle e poi facendole prostituire. Se solo accettassimo che non esistono gli stranieri. Non esiste una cattiveria di razza (gli albanesi sono litigiosi come lo erano gli italiani ad Ellis Island, i nigeriani puzzano come puzzavano i calabresi fuori dai pub di Londra e i veneti che popolavano l’agro pontino), esistono dei cicli legati alla storia dell’umanità di cui tutti abbiamo fatto parte anche solo poche generazioni più in là. Basterebbe avere trattenuto la memoria anziché dimenticare. Basterebbe riconoscere l’umanità. Se vi sedete in un luogo del mediterraneo, uno qualsiasi, potete assaggiare il sapore di tutta la costa per intero. Dal Nord Africa alla Grecia, dalla Sardegna alla Spagna e dimenticare dove siete esattamente. Se non lo sapete è perché non sapete. Studiate. Conoscetevi.

p.s. Da Wikipedia:

Nel III secolo a.C., nonostante l’opera di conquista dell’Italia da parte di Roma fosse quasi ultimata, non vi esisteva ancora un sentimento di appartenenza comune. Fu la seconda guerra punica a porne le basi. Dopo la sconfitta di Annibale, i romani si rivalsero infatti sui popoli che, pur essendo sottomessi a Roma, si erano ribellati e coalizzati con Cartagine. Alcune città del sud Italia furono rase al suolo, mentre i pochi Galli rimasti nella Gallia cispadana furono completamente annientati. Inoltre, moltissime comunità, sia del nord che del sud, furono forzatamente sradicate dalla loro patria natia e deportate altrove[8]. I Liguri Apuani, ad esempio, furono deportati in massa (47.000 persone) nel Sannio e nella Campania. Il processo di romanizzazione e di omogeneizzazione della penisola iniziò a questo punto a dare i suoi frutti. Nel Meridione, ad esempio, gli aristocratici italici iniziarono ad organizzare matrimoni misti con le aristocrazie romane ed etrusche, al fine di creare intrecci coniugali che garantissero la strutturazione di legami di sangue in tutta la penisola. Questi legami ebbero talmente tanto successo che, a partire dal I secolo a.C., numerosi personaggi politici di primo piano potevano annoverare tra i loro antenati famiglie etrusche, sannite, umbre e via discorrendo.[9]

È importante notare che nell’antichità la Sicilia e le isole di Corsica e Sardegna non erano considerate come parte dell’Italia. Soltanto nel 292 d.C., sotto Diocleziano, le provincie di Sicilia e Sardegna e Corsica verranno annesse alla “Diocesi Italiciana[10].


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