Tutto ciò che avresti sempre voluto si trova al di là della paura.
(Photo by: www.getfrank.co.nz)
Negli anni ho notato che i giorni tra Natale e Capodanno sono quelli in cui più spesso mi ritrovo a riflettere sulla mia vita, sui miei desideri, sulla voglia di scappare via per rinascere altrove. Quest’anno fortunatamente sono già altrove (l’anno scorso, di questi tempi, ero in Iran a riflettere se cercare un lavoro lì o tornare in Oman – il destino scelse per me il secondo), ma le tante lettere ricevute sotto le feste mi fanno pensare che non sia l’unica a bramare ardentemente un drastico cambiamento di vita. Credo sia il clima di gioia e di festa sprigionato dal Natale: dovremmo essere felici, e invece ci rendiamo conto che la felicità la stiamo solo fingendo. E ci viene da piangere. Vorremmo cambiare qualcosa ma non sappiamo da dove partire, e il terrore di iniziare di nuovo questo maledetto anno nuovo, nello stesso modo del precedente, ci dà sensazioni di nausea e soffocamento. Vi suona familiare?
Leggo sempre le vostre email nei posti più impensati, sul cellulare, ad esempio in coda al supermercato. E mi ritrovo così tanto nelle vostre parole che mi faccio prendere dai racconti e la gente dietro di me in coda alla cassa poi si lamenta che mi blocco e non vado avanti. Come si fa a procedere, quando si ricevono lettere come questa? Col permesso dell’autrice, pubblico qui l’email che Azzurra mi ha scritto il 26 dicembre, e la mia risposta. Che forse vi ritrovate, e capite che siamo tutti sulla stessa barca, che questa barca non è sempre lo yacht del Sultano dell’Oman ma che si può sempre fare qualcosa per farla partire. Basta volerlo.
Ciao Elizabeth, ormai sono più di 6 mesi che leggo il tuo blog/pagina facebook e ogni volta mi dico..lei è un mito, lo farò anch’io prima o poi..e invece no..sono ancora qua…a rodermi e corrodermi dentro per fare felice chi? sicuramente non me… Tutto si è rivelato per me fatale dopo i fantastici e indimenticabili 10 mesi a Bangkok, volati…là stavo lavorando per una famosa ditta italiana, non avevo un posto fisso, ero stata mandata là dall’Italia perchè il mio contratto stava scadendo e ho sempre manifestato un’incredibile voglia di andarmene dall’Italia..non che l’Italia sia brutta..ma io devo vedere, esplorare, curiosare… Ero stata prima di allora alla disperata ricerca di un posto fisso, dopo anni di studi e sacrifici dei miei genitori…sempre su Monster, sempre a mandare cv, fare colloqui… Il sogno thailandese si è dissolto quando ho accettato stupidamente un contratto presso un’altra grande azienda italiana, che qui è il posto migliore in cui poter lavorare. Macchè, è stata un’esperienza terribile… stavo male… mi mancava la Thailandia. Era un po’ il colmo tra l’altro: io alla quale non era mai stato permesso di salire su un motorino, io nata in Inghilterra, mi ritrovavo in un posto dove secondo mia madre super puritana c’era la guerra…a girare su uno scooter, in una giungla di scooters…guidato da me!! ah! E niente… subito dopo sono iniziati gli incubi da ritorno in Italia. Perchè me ne sono andata? Per fare felice chi?? Piangevo dentro… immensamente… la gastrite mi stava trasformando, il non poter manifestare nulla per dover fare il buon viso a cattivo gioco mi rendeva stra nervosa. A questo da aggiungere c’è il mobbing che ricevevo gratuitamente, discorsi per farmi rimanere fino alle 10 di notte, e una capa isterica che non faceva che urlare (quella ne Il diavolo veste Prada era pure più dolce). Fatto sta che a maggio ho dato le dimissioni, e purtroppo perchè ho trovato un altro posto… e là sarebbe stata l’occasione giusta per mandare tutto a quel paese e dire ciaoooo me ne ritorno in Thailandia. Ma non avevo le palle di dire “Vado!”, non so dove, da sola, senza un piano, io che ho sempre odiato poi i piani. E il mio ragazzo mi ha lasciato (non ne poteva più di me che passavo da un posto all’altro con le idee poco chiare di cosa voler fare nella vita, se non fuggire dall’Italia). Ora vivo in una grande città del nord Italia. Non mi trattano male, ma di nuovo, non vedo l’ora di andarmene. A casa mi prendono per pazza, sarà che sono sempre stata la percora nera della situazione. L’aver trottolato in giro per l’Italia e per la Thailandia mi ha portata a non avere amici, ad aver perso i contatti. Pochi ma buoni anche se non vicini a me..ma questo l’ho messo in conto… io me ne voglio andare da qua.. voglio esplorare… vedere… semplicemente sentirmi viva… E ora mi trovo a 30 anni a lavorare per questa multinazionale, seduta a una scrivania davanti a un pc tutto il giorno..senza stimoli..anche se come sempre ho un’attitudine di fare vedere che va tutto bene. A volte mi focalizzo sul fatto che mi reputo fortunata ad avere un lavoro..altre dico: perchè? se non sono felice??? Ho bisogno di consigli…un piano..ho paura di risbottare di nuovo di brutto… Devo riuscire a trasformare in fatti le mie parole…come? come si fa concretamente? cosa serve? soldi? meta? oltre al Coraggio? help…. grazie per condividere le tue esperienze… spero di incontrarti un giorno. Buon anno Azzurra S.
Ecco la mia risposta, scritta la mattina del 1 gennaio, di getto, come sempre quando rispondo a lettere che mi toccano il cuore:
Ciao Azzurra! Buon Anno!
Spero che il tuo nuovo anno sia iniziato con una gran voglia di cambiamento, bella carica, come del resto ti ho sentita dall’email che mi hai mandato.
Grazie innanzitutto per avermi scritto: mi fa sempre molto piacere leggere le storie di chi ha voglia di andarsene, ma è in fase di stallo.
Il fatto è che, prima di prendere una decisione drastica che ci cambi la vita una volta per tutte, passiamo sempre mesi, a volte anni, a crogiolarci nella nostra infelicità. Quindi si implode. Poi di esplode. Mi pare tu sia nella seconda fase. Bene, un passo avanti.
“Io devo vedere, esplorare, curiosare”: ecco un’altra mia anima gemella! Ti capisco molto bene, anch’io non è che non ami l’Italia, ma la trovo limitante per il mio desiderio di andare a vedere il mondo. E non c’è nulla di male in questo, non siamo tutti fatti per starcene chiuse in un’azienda. E chi, appunto, trova la propria felicità sfrecciando su un motorino in Thailandia, certo non può che farsi venire la gastrite una volta tornata nella noiosa routine italiana. Io, per la gastrite, ero pure finita all’ospedale. No way: bisogna cambiare. Fare ciò che non ti provoca malanni laceranti.
Siamo le pecore nere? Benissimo: noi ce ne freghiamo e andiamo avanti per la nostra strada, che tanto di pecore bianche ce ne sono fin troppe. E poi, non sempre sono così bianche come appaiono. A volte si lavano con il Dash per apparire così, ma dentro…
Scegliere di viaggiare ed essere libere significa rinunciare ad avere frotte di amici, ma, come hai detto bene tu, si tengono stretti solo quelli che contano davvero, cioè quelli che ci supportano perchè dentro sono un po’ come noi, anche se poi il salto non lo fanno, e noi sì.
Amore: la relazione con il mio fidanzato è terminata un paio di mesi fa. Perchè sono uno spirito libero, devo imparare a convivere con questo, anche se poi un giorno voglio stare da sola, un altro mi butterei tra le braccia del primo che mi regala l’amore. Sono fatta così. Di nuovo: non siamo tutti uguali. C’è chi vuole crearsi una famiglia, e chi invece sta bene single, a farsi avventure in giro. Che male c’è? Nessun male: siamo tutti diversi (e senò che mondo monotono sarebbe).
Se il tuo ragazzo ti ha lasciata, era destino che andasse così: troverai di meglio e qualcuno più affine alla tua personalità vagabonda. Sai quanto è bello scorazzare per il mondo ed essere libere? Anche libere di trovare chi scorazza come noi e ci capisce meglio di altri.
Mi pare tu abbia un bel curriculum rispettabile, e se sei nata in Inghilterra il tuo inglese sarà eccellente. Quindi, non vedo perchè tu debba aver paura di buttarti. Prima di tutto, non farti frenare dai tuoi: ti assicuro che i miei genitori sono messi come i tuoi, a mentalità e puritanesimo, ma ce la si può fare. Bisogna essere stanchi a tal punto che manco loro ti possano frenare più. E tu sei a questo punto, le tue parole trasudano stanchezza da tutte le lettere. Hai tanto da ripeterti che sei fortunata ad avere quel posto fisso adorato, ma se non sei felice che fortuna è? Ognuno di noi merita di cercare di essere ciò che è, senza limitarsi, e un lavoro che non fa per noi è un limite troppo grande da sopportare. Mica vorrai ritrovarti a 50 anni con la gastrite cronica e gli istinti suicidi perchè avrai una valigia di rimpianti nell’armadio?
Quindi, la “fuga” si pianifica così:
- Metti soldi da parte più che puoi: non mangi fuori ogni weekend, non fai shopping pazzo, limiti il tutto all’osso.
- Parti con almeno 6000-7000 euro da parte: ce la fai?
- Se ti piace il Sud-Est Asiatico, scegli quello come META INIZIALE. Vai in Thailandia, se ti era piaciuta. Anche senza un contratto. Preparati bene il tuo CV in inglese prima di partire, se possibile procurati un paio di referenze (ma non è fondamentale), e parti per un anno. Datti un anno tutto per te. Non ti preoccupare affatto di non trovare lavoro: lo troverai. E se ti renderai conto che per qualche motivo non ti piacerà più, cambierai paese. Io ero partita per restare in Cambogia un anno, e mi sono ritrovata in Cina (come mi sono poi ritrovata in Oman è ancora un mistero!).
- Tira fuori le palle che hai.
- Fai orecchie da mercante ai ricatti affettivi dei tuoi: quando ti sentiranno felice, cambieranno idea. Ma intanto non devi farti frenare da loro altrimenti è la fine.
Ancora una cosa: c’è una ragazza che era messa proprio come te: super laurea, lavoro bellissimo in Italia, peccato che fosse sempre isterica. In questo momento è a Phnom Penh a fare l’insegnante di inglese. L’ho incontrata quest’estate: la prossima potresti essere tu.
“Le persone troppo deboli per inseguire i propri sogni troveranno sempre un modo per scoraggiare i vostri”.
Non ascoltatele. Cambiate stanza, cambiate amici, cambiate atteggiamento: non lasciatevi influenzare da chi è infelice, nessuno sa cos’è meglio per voi, se non voi stessi e il vostro cuore.
Come disse Roberto Benigni, “Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi”.
Azzurra, non restare ferma. Vai.
E voi, vi ritrovate nelle sue parole? Se sì, avete già preparato un piano per cambiare la vostra vita? O siete ancora lì a ripensare e rimandare?