Ho parlato spesso della fiction - molto ben fatta, ben recitata, fucina di talenti - "Compagni di scuola", andata in onda anni fa in Rai, e dei tanti buoni attori che da lì sono venuti fuori, cresciuti, diventati interpreti importanti del cinema italiano. Avevo parlato di Scamarcio, di Camilla Filippi e di molti altri, senza mai citare Damiano Russo. Non perché fosse scomparso dalle scene, anzi: ha lavorato moltissimo e bene in parecchie altre fiction, come "I liceali". Semplicemente, non sapevo come si chiamasse. Il suo viso mi era familiare; ogni volta che lo vedevo alla tv era come ritrovare un vecchio conoscente, sebbene il nome mi sfuggisse; era come se, ogni volta, non fosse un attore ma il personaggio stesso che interpretava.
Così, quando mia sorella mi ha detto che l'attore Damiano Russo era morto, ho detto che non avevo presente chi fosse. Solo quando ho visto la foto è stato come sapere che un conoscente, di cui il nome ti sfugge, se n'è andato. Andato a 28 anni. Era persino più piccolo di me. Vittima della strada, di una delle strade di Roma. Ecco come se ne va un compagno di scuola. Come un ragazzo normale che non sembrava facesse l'attore.