Il gigante Orione (così detto perché nato dall’orina di Giove, Nettuno e Mercurio) durante un periodo della sua vita era stato accecato ma Efesto, impietositosi, lo affidò alla guida Cedalione, che gli si sedette sulle spalle e lo guidò a est, dove Eos, dea dell’aurora, gli ridonò la vista.
Bernardo di Chartres diceva che siamo come nani assisi sulle spalle dei giganti, cosicché possiamo vedere più cose e più lontano di loro, non perché abbiamo una vista più acuta o altra particolarità fisiologica, ma poiché siamo sollevati più in alto dalla loro mole gigantesca. (Cit.)La frase venne ripresa da Isaac Newton che scriveva « Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti ».
Guardo il passato e vedo giganti. Osservo il presente e faccio fatica ad accorgermi della loro presenza. Eppure non dovrebbero passare inosservati.
Per capire che esistono devo pensare a ritroso, non pensare al presente e sperare nel futuro.
Noi, quella generazione di mezzo, figli di un tempo nuovo e di riscatto in cui si sperava nella germogliazione dell'Uomo Nuovo, non abbiamo giganti su cui salire. Addirittura, a volte penso, non abbiamo neanche delle semplici spalle su cui arrampicarci.
Noi nati negli anni '70 e giù di lì, generazione di passaggio dai giochi strada a quelli tecnologici, allevati anche dai vicini di casa e che ora, cresciuti di età e e di misura, salutiamo solo per educazione, ci affacciavamo al mondo del secondo millennio fiduciosi e baldanzosi. Ma i percorsi non sono mai lineari e progressivi. Anzi!
Ignoravamo che tutto era già scritto e segnato e che non avremmo avuto possibilità di incidere. Tutto era stato consumato da chi ci aveva preceduto. Oggi, possiamo solo assistere impotenti ad un disastro e alla scomparsa di una generazione. .
Chi ci ha preceduto aveva avuto in dote pochi soldi e tanto futuro. Hanno consumato soldi e accumulato case. Hanno consumato risorse e futuro. Ci lasciano in eredità illusioni vaghe e un presente perpetuo.
Se vedete un gigante avvisatemi!, voglio osservare un mondo diverso.