Magazine Diario personale

Se vuoi essere poeta, vai a capo a cazzo.

Da Chiara Lorenzetti

Talvolta ho tentato, mio malgrado, di scrivere qualcosa che avesse la forma della poesia; ho aggiunto anche delle rime, nei miei tempi migliori, ho usato metafore e sì, lo confesso, ho scritto anch’io d’amore. Ho preso parole che uscivano dal cuore ( che poi dove sia l’uscita del cuore ancora me lo domando), le ho impastate con rimembranze di antichi poeti, le ho miscelate al presente, ricambiate di sinonimi e allitterazioni. Ho studiato, modellato, inciso, cesellato; altre volte ho gettato senza rileggere, una novella Fontana.
Quanto tempo perso!
Avessi ascoltato l’amico Federico che di fronte ad un caffè mi diede i pochi segreti per un post super visualizzato e di successo! “nel post aggiungi un po’ di tette, culo, amore e vedrai che funziona”.
Avessi ascoltato l’amico Francesco che cinicamente mi dice:  “scrivi cazzo nel titolo e vedrai quante visualizzazioni!”
Beh, averci pensato prima! Poi rifletto che 3000 letture uniche in un giorno  le ho fatte con un post di denuncia sul maltrattamento alle donne…ma cosa vuoi che sia, sarà stata una botta di culo! Ah, però riguardando, il mio post che non manca mai di essere letto ogni giorno almeno con 10 letture è un post che parla di tette. Il mio  post è una parodia su di una ricerca di correlazione tra tette e intelligenza femminile, ma a me arrivano con i tag di ricerca decisamente più porno!

Ma torniamo alla poesia, è da lì che sono partita. Anni di prove, tentativi, studio per poi arrivare alla conclusione che per scrivere poesia, basta andare a capo a cazzo ! ( cazzo l’ho aggiunto per fare audience).
Ora, ditemi se non è così. Andate, aprite libri di poesia, cercatela nel web, per le strade: la poesia è andare a capo a cazzo. Ovvio che c’è anche la poesia in metrica e lì hai delle regole, ma poi si sa che i poeti fanno quello che gli pare.
Eccole lì, le poesie, belle ordinate, soprattutto quelle in verso libero; si scrivono parole molto più simili ad una prosa, poi si spezzetta in armonia estetica, un a capo armonioso, alle volte una sola parola, che quella è d’effetto, e via, una bella poesia confezionata!..andando a capo a cazzo, ovvio!

Chi siamo noi mortali, che scriviamo in un blog con qualche decina di mi piace e qualche lusinga verbale o pubblichiamo libri che nessuno compera, a decretare quale sia la vera poesia? Chi siamo noi per ergerci a giudici di chi può essere poeta e chi no?
Nessuno scrive poesia di merda e nessuno è più importante o bravo di altri. ( merda l’ho aggiunto perché ultimamente sui blog va di moda)

L’umiltà, come Massimo Botturi dimostra ogni volta, è l’unica vera traccia per avere successo. ( questo è un complimento essendo Massimo uno dei miei poeti preferiti e lo sa, ed anche la parte del post che più mi appartiene)

Chiara 


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