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Se7en 20 Anni Dopo: dal Diario di Tracy Mills

Creato il 02 ottobre 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Domenica 8.22 - Altra crisi di pianto stamattina. L'ennesima ma non fra le peggiori se devo essere sincera. Forse sto imparando a controllarle o quantomeno a contenerne gli effetti dopo le avvisaglie del loro imminente arrivo. Curioso come dopo una settimana passata a singhiozzare sia diventata perfino abile a prevedere queste umide irruzioni nel mio "euforico" stato d'animo. Sto diventando la stazione meteorologica di me stessa o almeno la sua bizzarra parodia televisiva. Benvenuti al "Tracy Meteo Live" fedeli spettatori. Tempo instabile per tutta la settimana sulla Costa Mills per via delle correnti di bassa pressione che interesseranno l'intero settore occidentale. Precipitazioni diffuse e di intensità variabile si alterneranno a "ipocrite" schiarite d'umore dovute al sopraggiungere (saltuario) dell'anticiclone David. Detective David per la precisione. "DeDè" come gli dicevo io scherzosamente prima di trasferirci in questo inferno di città. La voglia di apostrofarlo con quel nomignolo dei giorni in provincia però mi è passata da un pezzo. Utilizzarlo ora richiamerebbe alla mente una spensieratezza che farebbe parecchio male. Ho rinchiuso "Dedè" nello stesso stanzino in cui ho confinato Tracy maestra-elementare e il miraggio di una ludoteca tutta sua. Non mi va di inquinare i miei sogni e ricordi più delicati col fango giallo in cui mi imbatto sotto casa. Non comunque dopo sei giorni infernali come quelli appena trascorsi. Per carità sapevo che sposando un poliziotto non gli avrei scrollato dalla giacca a fine serata petali di rose e residui di mughetto. Ma iniziare la settimana scansando in casa foto di cadaveri obesi e libbre di carne tagliate dai fianchi ha dato il colpo di grazia alla già funestata Costa Mills. E non si tratta soltanto di questo.

Ho paura. Realmente paura. Tutti sono terrorizzati dal killer che inscena i sette peccati capitali, ma nessuno se lo porta fra le lenzuola e i pensieri come me o mio marito.

Ho paura. Realmente paura. Tutti sono terrorizzati dal killer che inscena i sette peccati capitali, ma nessuno se lo porta fra le lenzuola e i pensieri come me o mio marito. David, quelle rare volte in cui ha cenato a casa questa settimana, ha evitato accuratamente il discorso. Però le foto, gli schemi e tutte le altre scartoffie piene di citazioni bibliche, mi dicono che questa indagine gli è entrata pericolosamente sotto pelle. E temo che lo stia già intossicando.

L'altra sera è tornato con un taglio sulla fronte. Una lite con uno appena arrestato dice lui. Ma con gli occhi guardava la parete, come a voler confessare silenziosamente la verità a un'altra moglie, una invisibile ma con il temperamento adatto ad incassare meglio storie e liquami di questa orrenda città. Non serve che mi chieda di tamponargli l'emorragia coi baci per minimizzare e tranquillizzarmi. Ho già capito che quel taglio è solo frutto del suo temperamento sottoposto a una pressione insostenibile (Buon Dio, ma chi resisterebbe a certe atrocità?). Dopo sedici anni però lui pensa ancora che non lo conosca. La sua determinazione nel volermi tenere lontana dall'orrore del suo lavoro mi fa tenerezza e me lo fa amare ogni giorno di più. Ma, caro Dedè (usarlo qui non fa male, vero?), sono scesa dal castello incantato da tempo e so riconoscere una bugia, per quanto innescata da buone intenzioni. Però ti amo lo stesso, testardo bambinone coi tuoi cucciolotti. Ringrazio Dio per avergli mandato William come collega e amico, anche se avrei desiderato che gli stesse accanto oltre la fine di questa lurida indagine. Ma forse lo ringrazio più per aver mandato William da me. Perché, ne sono certa, sarei letteralmente crollata se non ci fosse stato il detective Somerset. È commovente la sintonia instauratasi in così breve tempo fra noi due (David, come al solito, ci mette tempo a farsi piacere le persone). Che in lui intraveda quasi un padre ideale per benedirci come coppia è un fatto che mi tocca così profondamente da farmi piangere. Un pianto gioioso però. Confessargli della gravidanza ancora prima che a David mi è sembrato perfino naturale e mi è stato necessario per non impazzire.

Quando gli ho parlato dei miei dubbi sull'allevare un bambino in questa dannata città e della crudeltà a cui invece avrei voluto sottrarlo, i suoi occhi non mi hanno giudicata ma solo cullata.

Quando gli ho parlato dei miei dubbi sull'allevare un bambino in questa dannata città e della crudeltà a cui invece avrei voluto sottrarlo, i suoi occhi non mi hanno giudicata ma solo cullata. Che poi era tutto quello che desideravo fin da quando mi sedetti in quel caffè. Mi ha cullata con la sua sofferenza trattenuta e lontana, confessandomi la ferita di quell'aborto che ancora lo accompagna, facendomi comprendere, senza minimamente giudicarmi, che la vera crudeltà l'avrei commessa io. Ecco se c'è una ragione per cui Dio me l'ha mandato forse è anche questa: dare un significato all'errore da lui commesso in gioventù. Grazie Billy per essere entrato nelle nostre vite! Credo che questo bambino farà bene a tutti noi (a noi tre intendo!) e desidero di cuore che il dolce tenente Somerset diventi il nonno putativo di questa creatura scampata alla decisione di una madre fragile e snaturata. In pochi giorni ho imparato ad amare William di un affetto sincero e sereno, un affetto di cui sono sempre più convinta e che allontana da me (finalmente!) il pensiero di quell'orrore che gira ancora per la città. Sarà perché oggi, domenica, dopo una settimana di pioggia continua (e pianti a dirotto), vedo il sole illuminare questo soggiorno. Sarà perché da lassù finalmente mi arriva un segno benevolo grazie a questi due uomini meravigliosi e la luce di un mattino radioso e promettente. Ne avevo bisogno come il pane. Volevo parlare con David stamattina, fargli sentire il vento nuovo e diverso che spirava sulla Costa Mills ma, come al solito, l'indagine lo tiene lontano anche dal "centralino della Centrale" (che mi stia tornando anche l'ironia?) e così dovrò aspettare ancora un po' per fargli questo regalo, anzi per fargliene uno doppio quando stasera rientr... Piccola interruzione caro mio Diario. Suonano alla porta alla buon'ora. Finalmente qualche vicino si sarà accorto che esistiamo anche noi su questo pianerottolo. Dammi qualche minuto. Non sono mai stata così contenta che a qualcuno sia finito lo zucchero...


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