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Seaside 2012: l'uomo è zumba

Creato il 30 agosto 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
In queste ultime due settimane di pacchia, tra i miei momenti simildepressivi, ho avuto modo di andare, FINALMENTE, al mare. Oltre alla ormai lugubre Lignano Sabbiadoro, per un paio di giorni ho anche caricato la macchina e sono partita per la ridente provincia di Venezia, dove i lidi sono esattamente gli stessi della provincia di Udine, ma rischi di incontrare meno gente che già conosci.
E allora via, si parte per una giornata di relax, dove il tuo unico obiettivo è stare stesa sotto il sole, a tostarti come una fetta di pancarrè. Il massimo che ti concedi sono i tragitti per la toilette (sempre, costantemente sporca) e le corse spasmodiche verso l'acqua, in cerca di un po' di refrigerio.
Arrivi in spiaggia e c'è già un bordello stratosferico: bambini che scavano nella sabbia e si sorprendono quando “trovano l'acqua”, madri isteriche che non sopportano che il figlio possa sporcarsi di sabbia, padri ammutoliti dall'isterismo delle compagne, tedeschi che sfilano euri alle massaggiatrici filippine e, infine, loro, i temibili animatori da spiaggia. Sono esseri tanto vitali quanto angoscianti; si innescano alle dieci del mattino e fino alle sei e mezza del pomeriggio non si spengono, manco con una martellata in testa. Insomma sei lì, sul lettino, con le natiche verso il sole e improvvisamente partono gli annunci: “Attenzione prego, alle ore dieci si terrà la prima lezione di acquagym presso l'ufficio tal dei tali; seguirà alle undici la lezione di zumba (che sì, è una delle nuove discipline di tendenza)”. Quindi la mattinata, volendo, te la potresti passare così tra esercizi tonificanti in mare, e passi di danza fitness sulla sabbia. Della serie che se tu ti eri svegliata con l'idea di fare meno di niente, la tua giornata puoi iniziarla così, scannandoti in acqua e bruciandoti le piante dei piedi sull'arenile bollente.
Ma il lettino ti ha preso in ostaggio e declini completamente questi inviti, perchè tu di zumba fitness non ne vuoi proprio sapere. Verso l'una il tuo stomaco comincia a chiedere pietà e quindi decidi di allontanarti dall'ombrellone, raggiungendo il bar della spiaggia, bar dove peraltro l'acqua costa più dell'oro zecchino; non si sa come, ma bottiglie da un litro e mezzo che al supermercato pagheresti 35 centesimi, in spiaggia, come per magia, acquisiscono valore, tanto che alcuni pazzi tentano di fartela pagare la bellezza di TRE EURO. E vabbè, paghi tutto, paghi l'acqua, paghi il toast e lasci in garanzia la proprietà nuda dei tuoi organi (cit. Fantozzi).
Torni in spiaggia e ti aspetti di passare le prossime ore a poltrire sul lettino; alle due e mezza di pomeriggio, però, ripartono gli annunci in cui si sponsorizzano corsi e controcorsi, e ti chiedi perchè questi psicopatici vogliono trascinarti sotto il sole cocente delle due e mezza a ballare come uno scemo. Ti dici anche che non ci sarà nessuno che cadrà in queste trappole e invece, improvvisamente, da lontano scorgi un gruppo di persone, impavide e leggermente incoscienti: si dimenano a tempo di danza latina, sorridono gai dimenticando che l'insolazione è dietro l'angolo. E poi, alla fine, vedi che alla lezione di zumba si uniscono degli uomini di mezz'età, rigidi e induriti come un pezzo di marmo, ma completamente smarriti nel guardare i glutei dell'animatrice.
E tu sei lì, rimani inerme sul lettino e pensi che andare al mare non è più come quando eri piccola; il massimo della vita erano le biglie e i castelli di sabbia, e gli unici annunci che sentivi erano quelli in cui si chiedeva di venirsi a riprendere il piccolo Jurgen che, a dieci anni, aveva avuto il coraggio di perdersi. Ma nonostante la nostalgia decidi di accettare questo cambiamento in spiaggia, e pensi che se quei poveri uomini di mezz'età non stessero ballando zumba fitness, starebbero sotto l'ombrellone, apatici, a sorbirsi la moglie incazzata e il figlio che, nel mentre, ha costruito un tunnel fino in Cina.

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