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Seattle mi fa morire - Recensione - PS4

Creato il 28 agosto 2014 da Intrattenimento

Fetch, piccola Fetch. Il mondo è proprio cattivo!

Dura la vita a Seattle. Piove sempre e fa freddo anche d'estate. Se poi si è sbandati, senza una casa e con grossi problemi di tossicodipendenza lo è ancor di più. Nulla che una sana dose di superpoteri non potrebbe risolvere, ma come gli X-Men insegnano il diverso spaventa la comunità. Meglio nascondersi, insomma; vivere di espedienti e sognare una nuova vita in Canada. Questa è la vita di Abigail Walker, la Fetch che abbiamo conosciuto in Second Son e di suo fratello Brent, l'unica persona che la capisce e che può tenere a freno la rabbia che può deflagrare in un lampo viola al neon. inFAMOUS: First Light - Il trailer della GamesCom 2014

inFAMOUS: First Light - Il trailer della GamesCom 2014

twittalo! inFAMOUS: First Light non è proprio quel DLC che tutti speravamo: peccato

Luci della città

First Light narra proprio una parte della vita di Fetch, una parte molto drammatica, il lungo periodo che l'ha fatta diventare una spietata assassina assetata di vendetta. Per mettere in scena la sua crescita Sucker Punch ha scelto di suddividere questo DLC stand alone (ovvero non richiede Second Son) tra presente e passato. I flashback, due anni prima, vedono Fetch e il fratello a Seattle, mentre "oggi" racconta il suo addestramento per mano della solita Brooke Augustine nella mega struttura carceraria di Curdun Cay. Il giocatore, nelle tre o quattro ore di durata (andando piuttosto spediti, senza portare a termine tutti gli "incarichi" secondari) si muove tra questi due piani temporali, utili non solo da un punto di vista narrativo ma anche a livello di gameplay dato che l'addestramento (nel futuro) ci dona nuove abilità da usare nel passato. Super poteri che travalicano lo spazio e il tempo insomma.

Seattle mi fa morire
La struttura di First Light a Seattle è esattamente la stessa di quella di Second Son ma in formato Bignami. La mappa è più piccola intanto, possiamo, anzi dobbiamo discostarci dalle missioni della storia non tanto per provare soluzioni di gioco alternative a quelle principali ma solo per permetterci di guadagnare i punti necessari per potenziare Fetch. Di fatto la crescita passa per la raccolta dei globi Lumen, ovvero dobbiamo sostenere numerose gare di velocità o raccoglierli come da tradizione per tutta la città, spesso sospesi sopra i tetti. Purtroppo non c'è molto altro. Essendo il controllo del DUP su Seattle agli inizi non ci sono ne roccaforti da distruggere ne posti di blocco, c'è anche poco da temere dalla Polizia, ma anche dagli akulani, nonostante questi giochino un ruolo fondamentale nelle prime parti del DLC. È un po' un peccato perché se già in Second Son la città non era particolarmente viva, ora lo è ancora di meno, pochi i civili e pochi anche quelli che dovrebbero spararci a vista. In tal senso, vi invitiamo subito a giocare First Light a livello difficoltà difficile: l'intelligenza artificiale mostra qui tutte le sue magagne visto che non può contare sulla forza bruta dei numeri come nel passato e salvo rarissime occasioni è difficile morire: la super velocità e il super salto ci permettono di sopravvivere con relativa tranquillità. Senza dimenticare che con andando avanti i poteri del neon diventano da subito molto potenti, letali tanto da lontano quanto da vicino. Inutile dire che la progressione vista la durata del DLC è gioco forza piuttosto spedita e già dopo un'ora siamo delle vere macchine da guerra, con tanto di smart bomb Anomalia che riusciamo a ricaricare piuttosto velocemente una volta usata. La curiosità di voler sbloccare i potenziamenti quindi è l'unico motivo per non buttarsi a capofitto nelle missioni della storia, senza dubbio poco entusiasmanti anche se discretamente varie tra sezioni di cecchinaggio, scorta, "investigazione" e caccia al drone. Intendiamoci i fondamentali del combattimento funzionavano in Second Son e funzionano ora, ma è tutto molto facile (e con check point molto ravvicinati) e anche quando arrivano i soldati corazzati del DUP il pericolo è relativo. La sezione finale in tal senso è un filo migliore, gli spazi larghi e un setting diverso da quello cittadino sono una boccata d'aria fresca, ma anche qui il gioco ci mette del suo per rendere troppo facile la vita del giocatore.
Seattle mi fa morire
Un DLC totalmente fallimentare, quindi? Non proprio. Narrativamente parlando, First Light è davvero ben scritto; le origini della protagonista si innestano alla perfezione in Second Son e il finale è davvero perfetto come introduzione alla Fetch che abbiamo conosciuto nella scorsa primavera. La parte migliore di questa espansione sono le arene. Sono tre, dal level design diverso e da giocare con due modalità di gioco distinte, "ad obiettivo" e in una sorta di modalità orda, il tutto all'insegna della spinta competitiva data dalle classifiche mondiali e da un sistema di moltiplicatore del punteggio che ci spinge a gettarci sempre nella mischia. Sono ben più divertenti, frenetiche e gratificanti dei combattimenti in città e soprattutto più difficili, specialmente l'ultima arena. Inoltre cosa da non sottovalutare si compongono di tutta una serie di sfide che ci donano numerosi punti da spendere nei potenziamenti. Se poi si ha nella PlayStation 4 il salvataggio finale di Second Son si può giocarle anche con Delsin, senza restrizioni, buono o cattivo che sia. Dove First Light lascia il segno è nella parte tecnica, e questo è risaputo essendo ancora abbaglianti dalle sferzate visive di Second Son. Bagnata dalla pioggia praticamente costante Seattle è il solito spettacolo di luci e rifrazioni, con le insegne (c'è pure quella di vecchia memoria grunge, Sub Pop!) e il viola del neon di Fetch ad illuminare le strade come discoteche. Peccato solo che ci sia poca gente a godersi lo spettacolo. Ma spettacolo vero è anche il panorama della baia al tramonto, un po' meno lo sono però i modelli di alcuni NPC di secondo piano, senza dimenticare la già citata intelligenza artificiale che ci ha regalato perle comportamentali al limite del glitch.
Seattle mi fa morire

Pro

  • Illuminazione e effetti speciali al top
  • Narrativamente ben scritto
  • Le arene competitive sono la parte migliore del DLC

Contro

  • Troppo facile e intelligenza artificiale problematica
  • Missioni principali non entusiasmanti
  • Città "vuota"

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