Si tratta di Il canto del cielo di Sebastian Faulks.
Nato il 20 aprile del 1953 a Donnington, nel Berkshire, ha lavorato come insegnate e giornalista prima di darsi alla narrativa. Il suo primo romanzo, A Trick of the Light, è del 1984. A quest’opera è seguita la trilogia francese composta da La ragazza del Lion d’Or (1989), questo Il canto del cielo (1993) e La guerra di Charlotte (1998). Le altre sue opere sono A Fool’s Alphabet (1992), Birdsong (1993), The Fatal Englishman (1996), Charlotte Gray (1998), On Green Dolphin Street (2001), Human Traces (2005), Pistache (2006), Engleby (2007), Non c’è tempo per morire (2008), A Week in December (2009) e A Possible Life (2012).
Non c’è tempo per morire è un omaggio a James Bond scritto, su richiesta degli eredi, per celebrare i cento anni della nascita di Jan Fleming ed è, purtroppo, l’unico romanzo di Faulks in commercio in Italia in questo momento, a parte Il canto del cielo. Mette un po’ tristezza vedere che la fama di uno scrittore è legata a un personaggio che non ha creato lui, mentre le altre sue opere non sono state tradotte o, come La ragazza del Lion d’Or e On Green Dolphin Street, sono fuori catalogo. Eppure in patria è molto apprezzato se il Literary Review ha scritto che Faulks ha il raro dono di essere popolare e colto allo stesso tempo, il Sunday Telegraph lo ha definito uno dei più notevoli romanzieri della sua generazione, capace di crescere in ogni romanzo e Trevor Nunn ha definito Human Traces un capolavoro, una delle più gradi opere di questo e di ogni altro secolo. Fra i suoi riconoscimenti vi sono un British Book Awards come autore dell’anno nel 1994 e l’ammissione come Commander nell’Order of British Empire nel 2002 per la sua opera letteraria.
Il canto del cielo è diventato un classico della letteratura inglese al punto da essere studiato all’università, ha venduto oltre due milioni di copie nel Regno Unito e appare regolarmente nella lista dei libri più apprezzati dai lettori. Sul sito dello scrittore è possibile leggerne un estratto (in inglese): http://rhwidget.randomhouse.co.uk/flash-widget/widget_lg.do?isbn=9780099528388&menu=0&mode=1&cf=336699&cb=FFFFFF&newsletter=1.
La quarta di copertina:
Stephen Wraysford è un ventenne inglese, orfano e senza più legami, trasferitosi in Francia per lavorare in un’industria tessile. Isabelle è una ragazza irreprensibile, che rispetta, con rassegnazione, i doveri coniugali di un matrimonio combinato. Quando si incontrano, ad Amiens, nel 1910, i due vengono travolti da una passione bruciante che non possono ignorare. Ma quando Isabelle scopre di essere incinta, la loro relazione s’interrompe bruscamente. Entrambi torneranno alla vita di tutti i giorni, ma la cicatrice di quell’amore segnerà per sempre le loro esistenze. Pochi anni dopo, la Grande Guerra sconvolge il continente. Nel 1917 Stephen è di nuovo in Francia, a lottare per la vita nel corso dei conflitti in cui si ritroverà a combattere tra le fila dell’esercito inglese, nel mezzo delle carneficine a cui dovrà assistere. Sopravvissuto, e di nuovo sui luoghi della passione, ritroverà Isabelle, profondamente segnata, nel corpo e nello spirito, dalle atrocità del conflitto; ma, per l’indecifrabile alchimia dei sentimenti, ne sposerà la sorella, Jeanne.
Eppure, da quel che so, il matrimonio non è la fine della storia. Se l’editore rivelasse così la conclusione farebbe uno spoiler – ma anche un autogol – tremendo. La vicenda è giocata su due piani temporali diversi, la Prima guerra mondiale e gli anni ’70 del secolo scorso, in un alternarsi di momenti che si arricchiscono a vicenda. Le storie, come la vita, non sono sempre lineari, e a volte per andare avanti bisogna tornare indietro, o seguire percorsi tortuosi. E prima o poi anch’io tornerò su questo libro, in qualche inaspettata svolta del mio percorso.