Dopo essere stato presentato allo scorso Festival di Toronto e, successivamente, al Festival di Torino, arriva nelle sale di tutti i cinema l'ultimo lavoro della regista danese Susanne Bier (premio Oscar per In un mondo migliore), la quale dopo aver diretto due pellicole di produzione americana per nulla riuscite ( Love Is All You Need e Una folle passione), torna nella natia Danimarca per provare a risollevare le sue doti artistiche ma riesce solo a confezionare un altro passo falso.
Andreas ( Nikolaj Coster-Waldau) è un giovane detective in carriera con una moglie adorabile ( Maria Bonnevie) e da poco diventato padre. La sua vita però inizia a farsi meno felice da quando inizia ad indagare su una coppia di drogati incapaci di accudire il proprio pargolo.
Second Chance infatti è un film che (ri)presenta tutte le caratteristiche del cinema dell'autrice, compresi i suoi maggiori difetti. Lo spunto di base è interessante ma la pellicola non sfrutta al meglio il suo potenziale, intenzionata solo a rincarare la dose di drammaticità e retorica.
Le scelte narrative sono abbondantemente spietate e fuori luogo nel continuo ostacolare (in maniera sempre più tragica) la missione del protagonista, mentre la regia dell'autrice è interessata solo ad amplificare il senso di dolore dei personaggi e delle loro scelte morali con continue inquadrature furbe e fastidiose (gli innumerevoli primissimi piani o dettagli ad esempio). La buona interpretazione degli attori (soprattutto dei non protagonisti, ben caratterizzati e decisamente in parte) non serve a risollevare le sorti di un progetto che si dimostra troppo spesso ricattatorio e furbo. Da evitare.
Voto: 1,5/4