“I leader mondiali e le trame anti Cav: ecco la vera storia
Il piano per eliminare il Cav politicamente messo a punto da Merkel, Sarkozy e Obama dopo numerosi contatti………
…..tutt’altra faccenda è tradurre il life style, il modo di comportarsi e di apparire, in reati previsti dal codice penale e in processi che emettono sentenze devastanti senza disporre di una sola vera prova: la famosa ‘pistola fumante’ che Bush non trovò per giustificare l’invasione dell’Irak, ma che invece va benissimo, anche se non fuma, per liquidare un uomo politico di prima grandezza per via giudiziaria…….
Questa impressione di una vasta operazione l’abbiamo avuta quando Berlusconi tornò dalla famosa riunione in cui Frau Merkel ridacchiava, Sarkozy faceva marameo, mentre Obama in quel periodo giocava all’uomo invisibile e sembrava una festa un po’ diabolica come quella di Rosemary’s baby di Polanski. Tutti sembravano sapere già tutto, salvo l’interessato, profondamente turbato e incredulo
Qualcosa di molto vasto e di molto collettivo – per questo è meglio parlare di una operazione su vasta scala e non di un complotto – era accaduto e andava a compimento dopo un lungo lavoro fatto di incontri, telefonate (centinaia, si presume) e lavoro lobbistico sul tema: far fuori Berlusconi.”.
Questi sono pochi passi (e il titolo) tratti dalla seconda (lunga) puntata del racconto (realistico) di Guzzanti. E a quanto capisco ne seguiranno altre (almeno un’altra). Strano (io ne sono rimasto comunque sorpreso) che questi articoli escano proprio dalla penna di Guzzanti che, fra l’altro, ruppe con il cavaliere affermando senza infingimenti di non tollerare la sua amicizia con Putin. Qui si parla apertamente di complotto anti-Berlusconi (e di autentico tramare lobbistico in tal senso) e si fa esplicitamente il nome non dei soliti comprimari – com’è di solito abitudine negli articoli di questo genere – ma proprio del primo lobbista, cioè Obama. E tirare in ballo in questo senso il presidente del paese predominante, di cui noi siamo succubi convinti e compiacenti, è cosa piuttosto “curiosa” (nel senso che desta curiosità).
Inoltre, sia pure en passant, si dice apertamente che Bush non trovò affatto le prove di quella colossale menzogna (le famose armi di distruzione di massa) che egli addusse come scusa per “invadere l’Irak”. Si trattò dunque di un’aggressione ingiustificata, questo ci dice di fatto Guzzanti; il che consente a qualsiasi cervello pensante e razionale di sostenere la tesi di un autentico crimine commesso dai famosi (arroganti e prepotenti) nostri “liberatori”, come li chiamarono gli altrettanto ben noti “antifascisti del tradimento”, che poi presero il sopravvento perfino nel partito guida della vera “Resistenza” al fascismo.
Se si scrive un racconto così circostanziato e in più puntate, sembra probabile che Berlusconi abbia preso atto di un non rispetto dei patti da parte di chi gli aveva promesso (o almeno così lui credeva) un’attenuazione della campagna giudiziaria atta ad eliminarlo senza passare per una lotta politica, impossibile da condurre da parte di uno schieramento composto di rinnegati di varie bandiere (prima fra tutte quella del “comunismo”, vero o presunto che fosse) con capi ridicoli e inetti; di fatto tutti personaggi di secondo piano nei partiti d’origine, quando questi erano effettivi partiti politici e non cosche. Come i lettori sanno, ritengo che il cavaliere abbia agito, pur mascherando il suo operato, in combutta con tutti coloro che negli ultimi anni (e in particolare dal 2011) hanno condotto autentiche manovre di “terrorismo” (economico e finanziario) nei confronti della popolazione italiana onde ottenere gli scopi che gli Usa – usando vari sicari e nascondendo invece la mano – si sono prefissi nell’ambito della nuova strategia adottata.
Berlusconi ha ceduto a probabili “consigli che non si possono rifiutare”, chiedendo però con ogni probabilità la garanzia di essere lasciato in pace. Mi sembra chiaro che pensava di averla ottenuta ed invece si è dovuto accorgere che gli yankees sono traditori per inveterata abitudine (ne sanno qualcosa gli indiani ed in particolare l’ultimo di loro che si arrese, Geronimo, il quale fu ingannato e trattato molto peggio del nostro “nano”). Quest’ultimo sta ora applicando, con ritardo, una tattica di “avvertimenti” del tipo ben noto, ma non so con quale successo. La popolazione italiana – per metà composta delle schiere di invertebrati che segue in gran parte la falsa “sinistra” – non sembra molto recettiva in fatto di comprensione della criminalità dei “liberatori”.
All’apparenza, la situazione non è ben messa per Berlusconi, anche perché la magistratura sta superando ogni “record” nel perseguirlo. La condanna a lui comminata perché Il Giornale ha pubblicato il famoso “abbiamo una banca” di Fassino, mentre la Procura di Monza ormai va verso l’archiviazione del processo relativo allo scandalo di quella scalata bancaria, mi sembra sommamente ridicola, ma certamente dimostra come ormai il giustizialismo “di sinistra” sia scatenato per ottenere, dopo vent’anni, un risultato definitivo. Se non lo ottenesse, lo schieramento imperniato sul Pd e certa magistratura correrebbero grossi rischi di boomerang. Vedremo come andrà a finire. Per il momento sospendiamo il giudizio.
In ogni caso, si avrà il coraggio di spingere sull’acceleratore nella denuncia del “complotto” di cui parla Guzzanti? In cui non devono affatto essere messi sullo stesso piano i capi di Stati Uniti, Germania, Francia (e anche altri); i veri centri dirigenti delle operazioni mondiali – di cui quella relativa a Berlusconi è un semplice “bruscolino” – sono gli statunitensi, in particolare quelli che si rappresentano oggi in Obama. Gli altri sono sicari, soltanto un po’ sopra gli italiani. Personalmente, non credo che il “coniglietto d’Arcore” abbia il coraggio di andare oltre certi limiti. E’ tuttavia braccato; e se non si difende adeguatamente – rivelando ciò che veramente, in tal caso, non può nonsapere (assieme al suo presunto amico Putin) – rischia grosso.
Fortunatamente, la situazione sembra ancora intricata, evidentemente certi nodi sono complicati da sciogliere. Speriamo restino aggrovigliati, anzi lo diventino sempre più. Che qualcuno però cominci a muoversi! Ormai il problema è chiaro. Quella che viene erroneamente definita “sinistra” è la malattia mortale dell’“organismo” Italia. La “destra” (altra denominazione impropria) non è la cura adatta, aggrava il male. L’individuazione di coloro che l’hanno provocato e continuano a diffonderlo non rappresenta più un mistero per noi. La cura invece sì, non si sa da dove possa arrivare; e ne occorre ormai una di tale radicalità, che è del tutto superfluo parlarne.