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Seconda sconfitta della Merkel in Westfalia

Creato il 14 maggio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

L’Europa s’è desta. Seconda sconfitta della Merkel in Westfalia. Dopo la Francia, la Germania. Il rigore non paga più.

Birra e salsicce

Angelina comincia a capire che forse qualcosa, nella sua politica, non funziona più. Il problema della cancelliera tedesca è che guarda l’Europa con occhiali teutonici, per lei tutto ciò che non sa di birra e salsicce è insipido, gli spaghetti poi, specie quelli cucinati da Berlusconi, sono indigesti da morire, un piatto da poveracci. L’insofferenza dei partner europei nei confronti della Germania, e della sua linea di politica economica tutta improntata al rigore spartano, sta raggiungendo ormai un livello di guardia pari all’insopportabilità di un cappio intorno al collo, che qualche problema di identità lo crea. I francesi sono stati i primi a dare un calcio alla ragionieristica mania tedesca di far riportare i conti per forza. Hanno mandato a casa Sarkozy che, della Merkel, era stato il puntello più convinto. E ora hanno iniziato gli stessi tedeschi a dare evidenti segnali di insofferenza: due elezioni regionali su due sono state vinte dalla Spd, dai Verdi e da quella terza forza che si chiama “Pirati” che a qualcuno amante dell’antipolitica, dovrebbe far fischiare le orecchie. Angelina sa, e se ne stanno accorgendo tutti, che per tenere l’Europa per le palle (mania tutta germanica di dominare per forza o con la guerra o con lo strapotere economico), l’unico modo che ha è quello di “ricattare” i paesi con sul groppone un debito estero importante, impedirgli di crescere per riaffermare sempre e comunque una supremazia forte della stabilità dei conti e di una economia che tira come un pelo di... Gli inglesi lo hanno sempre saputo che la Germania puntava alla leadership e, non navigando nell’oro neppure loro, col piffero che si sono convertiti all’Euro: dopo aver respinto i V2 del Terzo Reich non avevano assolutamente l’intenzione di far entrare i crucchi a Londra, via City. La politica merkeliana del rigore, priva di oppositori seri, ha portato al default della Grecia, al cambio di governo in Spagna, ora in Francia, alla crisi strutturale del Portogallo, al crollo dell’Irlanda ai suicidi di massa in una Italia che o si dà una mossa e ricomincia a crescere o si ritroverà a vivere con una massa di precari a ottant’anni. Perfino Monti, sotto sotto, è stato contento della sconfitta di Angelina, lo ha dichiarato anche se il suo aplomb non gli consente di esprimersi con un linguaggio colorito “Il vento d’Europa fa largo alla crescita”, ha detto il Professore, rendendo chiaro a tutti il concetto che chi di finanza ferisce, di finanza prima o poi perisce, lui compreso. Insomma, cari concittadini, il problema secondo Mario Monti è che tutto il macello che sta accadendo dalle nostre parti, con il commissariamento di una nazione, il conseguente depauperamento e una crescita sotto zero, è colpa della politica rigorista della Merkel. Per molti aspetti è vero, ma resta comunque l’impressione che la canzone non sia proprio questa, lo diciamo da una vita, lo confermiamo ora che sembra che l’Europa voglia davvero cambiare. Così, nel caso in cui la Spd dovesse finalmente tornare a governare, magari potremmo assistere all’introduzione della Tobin Tax, un provvedimento che la Merkel soffre come una gastrite da overdose di cipolle, con la conseguenza che chi ha causato questa crisi planetaria, inizi a pagare pegno. Una Tobin Tax mondiale, poi, sarebbe il massimo e allora vedrete che fine farebbero i derivati tossici e i bond taroccati. James Tobin, premio Nobel per l’economia che di Mario Monti è stato il maestro, l’aveva vista giusta. Tassare (anche se in modo soft) le transazioni finanziarie internazionali, significa ridare potere alla politica e, soprattutto, porre un argine importante a quei famosi file che possono ridurre una nazione sull’orlo della bancarotta con un clic. L’impressione è che non basti più un intervento soft, ma per introdurre almeno questo, è indispensabile che Angelina, reincarnazione “social” di Margaret Thatcher  torni a fare le torte di mele. 


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