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A settembre, il presidente statunitense Obama ha fatto visita a quello cinese, Xi Jingping, in una situazione un po' tesa per discutere di una questione importante: un accordo secondo il quale nè la Cina nè gli U.S.A. avrebbero utilizzando i propri strumenti digitali per hackerarsi a vicenda. Forse però le negoziazioni non hanno portato risultati.
Il rischio è che i due stati si rubino "segreti" a vicenda e che possano rovinare le proprie società.
Alcune agenzie statunitensi impegnate in sicurezza informatica - in prima linea troviamo CrowdStrike - hanno notato che sette differenti aziende americane sono state recentemente attaccate da hacker cinesi, in una data che sarebbe addirittura successiva all'impegno preso dalle due massime cariche.
Potrebbero essere dei punti nell'accordo che apparentemente permetterebbero comunque l'hacking da/verso i due paesi per fini nazionali o politici, ma nonostante CrowdStrike creda che gli attacchi siano sponsorizzati dallo stato cinese in persona, in realtà sembrerebbero più di natura commerciale. Infatti, il "fuoco nemico" ha colpito cinque aziende del settore IT e due compagnie farmaceutiche.
"Il beneficio primario delle intrusioni sembra chiaramente allineato per la facilitazione del furto di proprietà intellettuali, piuttosto che mirato ad un tradizionale attacco connesso alla security nazionale.", ha detto un portavoce di CrowdStrike.
La Casa Bianca è consapevole di quello che sta succedendo, ma non è ancora espressa in merito.
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