Tempo fa avevo visto una pubblicità della Somatoline che esordiva dicendo: “La cellulite è una malattia”. Ho pensato che sarebbe durata al massimo una settimana prima di essere nuclearizzata, e invece ieri sera, a distanza di tempo, l’ho rivista.
A parte che Somatoline si era già beccata una sanzione per messaggio pubblicitario ingannevole che è costato 490.000 euro alla Manetti-H Roberts, ma trovo veramente di cattivo gusto cercare di vendere un prodotto grazie al terrorismo psicologico, facendo sentire una persona “malata” (chissà quante donne si possono considerare ad uno stadio terminale) a causa di un inestetismo, in una società in cui le adolescenti sognano di fare le veline e si sottopongono a chirurgia estetica a 18 anni, alla ricerca della perfezione assoluta (che non è mai intellettuale).
Perché per un attimo non ci si ferma a riflettere a chi è malato davvero, che sente paragonare la sua condizione a quella di una donna con la cellulite?
E poi censurano Rocco Siffredi perché dice che la patatina tira.
Magari dovremmo considerare malattia anche l’intelligenza, che alcuni pubblicitari hanno prontamente curato.