Secondo me

Da Symbel

L’aspetto bello dell’avvento di Facebook, secondo me, è proprio quello di poter essere protagonisti nella Rete finalmente utilizzando il proprio nome e cognome. Fino all’avvento di Facebook c’era il nickname, raro che qualcuno chattasse con il nome reale o partecipasse ai forum con nome e cognome.
Su Facebook invece chi usa uno pseudonimo, nascondendosi nell’anonimato, non ha capito nulla dell’ambiente social e ben presto ci ripensa o abbandona.
Lasciamo stare quelli che “proprio scrivere con nome e cognome è un attacco alla privacy e un rischio per i più giovani”, lasciamo stare perché nessuno è obbligato a stare su Facebook e, per i più giovani, il ruolo dei genitori non finisce un centimetro prima del bordo della tastiera del pc o del telefonino dei figli.
Detto questo, sembra anche ovvio che se io scrivo qualcosa su Facebook non mi aspetti in risposta un “e chi se ne frega?” perché se non te ne frega passi avanti e non commenti.
Capite? E’ implicito che sui social si scrivano cose anche personali delle quali a qualcuno non può fregar nulla.
Per lo stesso motivo è presente un bottoncino con il pollice all’insù che vuol dire “Mi piace” ma non uno con il pollice verso il basso in senso di disapprovazione (che invece è presente sui commenti di YouTube facendo godere i soliti bastian contrari). Non ti piace? Passi avanti.
E’ implicito anche che essendo la mia bacheca, essendoci il mio nome e cognome in cima, essendoci la mia foto in alto più o meno cammuffata ma spesso palese, tutto quello che scrivo è SECONDO ME.
Quindi chi accusa di “pontificare”, di distrarre le masse, di voler fare affermazioni troppo perentorie o addirittura di avere in tasca la verità assoluta, non ha capito un fico secco del social dove ognuno, che lo voglia o no, a meno che non sia un personaggio pubblico o addetto stampa di qualche entità governatva, PARLA PER SE’.
Secondo me eh.



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