Una formula che è stata centrale nelle conferenze dell'E3 2013
Nicholas Rioux, managing director di Ubisoft's Quebec City, è convinto che la formula open-world sia la sfida della next-gen. D'altronde come ammette lui stesso, Ubisoft ha puntato quasi interamente su titoli aperti e la formula open-world viene evocata a destra e a manca anche da Microsoft e Sony.
Ma le potenzialità della formula open world non sono certo cosa nuova come dimostrano i lavori di Bethesda e Rockstar e come dimostra Assassin's Creed, di Ubisoft, che grazie alla libertà, anche di movimento, ha letteralmente spopolato. E molto prima molti esempi illustri della filosofia open world hanno costellato la storia del videogioco da Daggerfall a Hill Street Blues e dal primo Fallout fino a Grand Thef Auto.
Titoli memorabili non solo per l'apertura del mondo ma anche per quella capacità di popolarlo che si è parzialmente perduta nel passaggio ai potenti motori 3D. Motori difficili da riempire, da caratterizzare da animare e da muovere. Ma con il salto verso la next-gen, che ha visto anche CD Projekt convincersi dell'inevitabilità del passaggio, non ci sarà più alcuna scusa per gli sviluppatori sia dal punto di vista narrativo che da quello della ricchezza strutturale. Dunque, all'opera, vogliamo It Came from the Desert 3!.
Fonte: Polygon