Il sangue che loro prediligono è quello di giovani ragazze o ragazzi, in quanto lo stesso permetterebbe loro di vivere per secoli sempre giovani e vivaci.
Fino a qui nulla di strano se non fosse che da una recente scoperta, è emerso che alcune proteine presenti nel sangue più giovane andrebbero a ringiovanire quello più vecchio presente nel nostro corpo.
In poche parole integrare il nostro sangue presente nell'organismo con uno compatibile ma più giovane, permetterebbe al nostro corpo di ottenere enormi benefici salutistici.
La proteina in questione è la GDF11, che ha l'elevata capacità di contrastare l'invecchiamento del nostro copro sia fisico che mentale, portando enorme giovamento anche a tutto il "funzionamento" globale del corpo umano.
Si è di fronte al tanto ricercato e sperato elisir di lunga vita?
Ovviamente sono studi che fino a prova contraria e senza uno specifico e dettagliato resoconto e sperimentazioni, non hanno particolare validità ma permettono comunque di dare il via a future e più complete ricerche.
Lo studio eseguito da due gruppi di ricerca americani, è stato effettuato su dei topi da laboratorio da dove è emerso che, effettuando delle trasfusioni di sangue dai topi più giovani a quelli più anziani dello stesso gruppo, quest'ultimi hanno avuto benefici di carattere fisiologico.
Secondo gli scienziati questa scoperta potrebbe far realizzare enormi passi avanti nella ricerca delle cure contro l'Alzheimer e le malattie cardiopatiche.
Ovviamente si è di fronte ad un tema di interesse generale e globale, toccato in molti secoli sia nel campo dell'immaginazione come romanzi, pellicole cinematografiche, racconti e mitologie perse nel tempo sia invece nella più concreta realtà, in quanto esperimenti di questa tipologia sono stati già effettuati in passato.
Per esempio negli anni cinquanta, il professor Clive McCay della Cornell University, fece affluire nei corpi più anziani di alcuni topi, sangue di stessi esemplari più giovani scoprendo con grande interesse che le cartilagini dei roditori avevano ottenuto parecchi benefici.
In quel periodo le ricerche non erano avanzate come ai giorni nostri e per questo i ricercatori, non diedero tanto peso alla grande scoperta che avevano a portata di mano.
In attesa di ulteriori riscontri e dati certi su sperimentazioni più concrete sull'essere umano, non possiamo far altro che sognare e sperare di aver trovato un espediente all'invecchiamento.
Amministratore e autore del sito
Ingegnere nella vita e blogger per diletto, amo il mondo della tecnologia e tutto quello che grava intorno ad essa.
Ogni tanto amo divagare e approfondire argomenti di varia natura per aumentare le mie conoscenze e condividerle con tutti voi lettori.