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Seconds Apart, di Antonio Negret (2011)

Creato il 28 maggio 2011 da Psichetechne
Seconds Apart, di Antonio Negret (2011)

Seth e Jonah sono due gemelli omozigoti che possiedono il pericoloso potere della telecinesi. Per i due isolati diciassettenni le cose iniziano ad andare fuori controllo quando alcuni loro compagni di liceo finiscono per morire in modo contorto e bizzarro. La polizia, e in particolare il detective Lampkin, comincia a sospettare di loro. Ma, la gelosia relativa ad una incipiente storia sentimentale di Jonah, inizia a dividerli e presto non possono più fidarsi l'uno dell'altro. Giungeranno infine ad una battaglia terribile, l'uno contro l'altro.


E' probabile che il regista di origine colombiana Antonio Negret ("Toward Darkness", 2007; "Mute Witness", 2011) sia rimasto affascinato da alcuni pezzi forti della cinematografia perturbante, incentrati sul tema della gemellarità distruttiva. Pensiamo ovviamente a "Dead Ringers" ("Inseparabili") di David Cronenberg (1988), ma anche a "Sisters" ( "Le due sorelle") di Brian De Palma (1973). E' anche possibile che Negret abbia letto il bel saggio giornalistico di Marjorie Wallace "Le gemelle che non parlavano" (1989), che racconta la deriva psicotica di due gemelle autistiche inglesi che col tempo diventeranno sempre più famose per via dei loro atti delinquenziali e soprattutto piromanici. "Seconds Apart" è chiaramente ispirato a illustri precedenti, ma vuole anche smarcarsene costruendo una sceneggiatura sempre in bilico tra puro thriller psicologico e horror soprannaturale. L'equilibrismo tra queste due vaste aree di confine del cinema perturbante è tuttavia molto difficile, e necessita in primis grande equilibrio tra tendenze ocnofile e filobatiche. Lo psicoanalista Michael Balint (1959) ha coniato questi due  termini, "ocnofilia" e "filobatismo", che indicano due tendenze umane opposte, una mirante ad aggrapparsi a ciò che è stabile e sicuro, l'altra orientata verso la ricerca di nuove ed ignote esperienze. Negret è un trapezista che non sa scegliere tra le due posizioni segnalate da Balint e quindi vola basso, troppo basso per raggiungere il tanto sperato salto di qualità rispetto al tema complesso della gemellarità e dei suoi intrinseci misteri. Jonah e Seth  (Edmund e Gary Entin) svolgono bene la loro parte di gemelli perversamente uniti da patologia sadico-voyeuristica (filmano le morti da loro stessi indotte telecineticamente nell'entourage delle loro "amicizie"); sono inquietanti nella loro freddezza, senza mai raggiungere peraltro la durezza maligna dei "bravi ragazzi" austriaci di un Haneke. Peccato, perchè se Negret avesse deciso di essere più "ocnofilo", cioè più saldamente ancorato al genere thriller-psicologico, allora il salto di qualità registico-cinematografico lo avrebbe fatto davvero. Ad aiutarlo ci sarebbe stato senz'altro un Yaron Levy alla direzione della fotografia, veramente ottima a illuminare particolari e oggetti molto sinistri nella loro quotidianità, quand'anche fossero un semplice tostapane di acciaio o due uova fritte. Anche il comparto sonoro orchestrato da Lior Rosner avrebbe fatto egregiamente la sua parte. Invece di "ocnofilizzarsi", al contrario Negret spinge l'acceleratore prima sullo psicologico, poi frena improvvisamente e lo rischiaccia a tavoletta sul soprannaturale-telecinetico. Entrambe le accelerate, in ambedue le aree estetiche considerate, se viste separatamente, producono anche momenti interessanti (come la sequenza gore della gamba sanguinante del direttore della scuola da cui i gemelli fanno fuoriuscire un sottile verme biancastro; oppure certi trucidi flash-back sul'infanzia dei due ragazzi). Tuttavia il continuo spostarsi da un genere all'altro depotenzia notevolmente il motore di tutta la macchina filmica, producendo infine una gestalt complessiva che sa di stantio, come la vecchia casa in cui la famigliola dei gemelli risiede. Il tema della gemellarità, così deliziosamente cronenbergiano perde quindi rapidamente smalto, anche perchè confusamente intrecciato alla storia personale e traumatica del detective Lapkin (un Orlando Jones ispirato e pieno di incubi, che però non fa altro che ricalcare il solito clichè del detective depresso e in lutto permanente). Il film, in sintesi, brilla a tratti di alcuni squarci di luce inquieta e morbosa (vedi le videoregistrazioni in bianco e nero degli esperimenti su Seth e Jonah da piccoli), che tuttavia non  sono sufficienti a regalarci quel senso di spaesamento che ci aspetteremmo di fronte al tema del "Doppio". "Seconds Apart" è una produzione After Dark che va vista perchè consente di portare avanti riflessioni ulteriori sul tema della gemellarità nella rappresentazione cinematografica perturbante, ma che non apporta nulla di nuovo a questo importante filone.

Regia: Antonio Negret  Sceneggiatura: George Richards  Fotografia: Yaron Levy Effetti Speciali: Neil Stockstill Make Up: Lauren Thomas Musica: Lior Rosner Cast: Orlando Jones, Edmund Entin, Gary Entin, Samantha Droke, Louis Herthum, Morgana Shaw, Monica Acosta, Kasey Emas, Gabe Begneaud, Kent Jude Bernard. Nazione: USA Produzione: After Dark Films Durata: 89 min.

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