Nota ai lettori: la lettura di questo articolo è altamente sconsigliata ad un pubblico di poveri lavoratori sfruttati già tornati nel freddo tipico degli uffici della Milano d’Agosto.
Oggi vi racconto di un angolo di paradiso, purtroppo non troppo nascosto come vorrei. Affacciato sulla costa ionica, nascosto dai venti della tramontana e protetto dallo scirocco, Porto Cesareo è una delle mete marinare più ambite del Salento.
Negli ultimi anni ha subito un boom notevole e sono tanti oggi i turisti che ne affollano le spiagge coralline. Ma io qui, ci sono nata, vissuta e cresciuta e posso dirvi che è davvero molto di più di quanto si possa raccontare.
Chiariamoci: qui non si va per la vita notturna, se volete far serata vi tocca spostarvi nella vicinissima Gallipoli. Io ci vado essenzialmente per due grandi motivi: salutare mia nonna che si fa ben 6 mesi su queste coste e ritrovare me stessa contemplando il tramonto.
Qui il sole tramonta tardi, ore 21:30 circa… e mi piace stare a mollo sul bagnasciuga a fotografarlo fino allo sfinimento. Una volta sono riuscita a contare quasi 300 variazioni di colore in quella palla infuocata che si spegne nell’acqua.
La spiaggia si estende per chilometri ed è composta di microgranuli bianchi e morbidosi. Lo scrub gratuito è assicurato. Io mi “strico” (leggasi strofinare con molta forza) per ore. La sabbia candida riflette i raggi solari donando alla propria abbronzatura un tocco in più. Per i più bianchi consiglio un bagno nella protezione solare 50 prima di esporsi al sole e durante la giornata.
Ah, non vi ho parlato dell’acqua. Avete presente una bottiglia di acqua Sant’Anna, la più pura delle acque? L’acqua di Porto Cesareo è molto più trasparente. Ci sono giorni che è congelata, giorni che invece è bollente, tutto dipende dalla corrente. Ci sono poi giorni che c’è bassa marea e la spiaggia emerge dalle acque. M’incanto e m’illumino d’immenso quando mi sveglio la mattina presto e mi bevo il caffè davanti a cotanta bellezza.
Se vi capita di passare la vostra giornata a mollo nell’acqua, vi consiglio di immergere le vostre manine nella sabbia sotto di voi, la possibilità di acchiappare una gustosissima tellina è molto alta. No, dai non ditemi che non conoscete questo fantastico e squisito frutto di mare prelibato…
Il paesino non offre un granché, a parte un ottimo mercato del pesce e qualche carretto di frutta e verdura di stagione e a kilometro zero.
Tuttavia c’è un buon posto per farsi una magnata di pesce come si deve: Ristorante Albergo Fratelli Falli. Consiglio un antipasto di mare rigorosamente crudo, un piatto di spaghetti con le vongole assolutamente in bianco, una frittura di moscardini freschi e parecchie bollicine per accompagnare il tutto. Il prezzo è onesto: una trentina di euro e passa la paura J. Il ristorante esteticamente non è questa gran sciccheria… tuttavia la simpatia dei camerieri, insieme al cibo eccellente, ne fanno il mio ristorante preferito nella zona.
Dove dormire? Consiglio vivamente l’affitto di una delle casine disponibili al villaggio “scalo di furno”. Non si tratta di un villaggio nel senso classico del termine. Tutt’altro. È un semplice agglomerato di case (palafitte sull’acqua rende meglio l’idea). Chiaramente dovete muovervi con larghissimo anticipo, un anno forse può bastare e per risparmiare soldi e nervosismo, vi consiglio caldamente di scegliere maggio o settembre per le vostre ferie.
PS. Se riuscite ad accaparrarvi una delle casine con affaccio sul mare, bussate alla porta della signora Enza. Mia nonna vi accoglierà con un sorriso, qualche peperone ripieno e due-trecento graffe.
PPS. Secondo voi, da dove sto scrivendo?
Margaret Anderson
Se l'articolo ti è piaciuto, iscriviti ai feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del magazine, oppure diventa fan della nostra pagina facebook e seguici su twitter. Se hai la passione per la fotografia non perderti il nostro gruppo su flickr e seguici su instagram.