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Secrets Of The Beehive

Creato il 18 ottobre 2014 da Pim

Secrets Of The BeehiveNon è difficile trovare le parole, le scopri nel vento. Si posano da sole tra le mani, stanche di volare.

Ho appuntato questa frase a matita sul frontespizio di un volume che ho disposto, insieme con altri, su un lato della scrivania. All’interno, il segnalibro inchiostrato di blu e scarlatto che acquistai a Vienna.

Un foglio ripiegato reca la lista degli effetti personali da mettere in valigia.

Sulla prima pagina di un grande quaderno da disegno le annotazioni scarabocchiate di un seminario che non ho voglia né pazienza di rileggere.

E poi Secrets Of The Beehive, nascosto in mezzo ai documenti, come se fosse l’ammissione di una colpa.

The wounds on your hands never seem to heal
I thought all I needed was to believe

Si tratta di un’ossessione, lo ammetto. Mi dà fastidio che Giulia possa prendere visione dei miei scritti, quelli più privati, che si prendono intima cura del passato e anche del presente, delle persone a me care. Non chiedo solo una naturale comprensione per la mia privacy. Penso che voglia conoscerli come se potesse impadronirsi di me.

In un rapporto caratterizzato dall’assenza di sentimenti franchi e confidenze, gli spazi riempiti di pensieri inaccessibili suscitano diffidenza, sospetto. Guardandomi a ciglia basse Giulia provò già a violarli, con l’istinto del segugio acquattato per sorprendere la preda.

Se prima non sapevo cosa fosse l’odio, mi approssimai allora al suo parente prossimo, una sensazione di disgusto che faceva storcere la bocca, tremare le labbra.

Ma non importa. La musica che facevano le mie parole restituiva alla luce quella consapevolezza che il dolore aveva trascinato con sé, nell’attesa di riaprire il cuore e che qualche promessa si completasse.

Un domani, forse, Giulia rovisterà ancora tra questi ricordi, con le sue dita inopportune. Il giorno in cui io non ci sarò più. Non lascerà allora niente d’intentato per scoprire ciò che non ha mai saputo. È possibile che nelle agende, tra le lettere, nella pen drive, sulla quarta di copertina dei miei manuali di studio scovi indizi per lei significativi. O forse no. Pensandoci bene, più probabilmente riempirà senza guardare scatoloni gonfi di carta inutile e li riporrà in soffitta.

Sprofonderò allora nel silenzio, senza lasciare eredità né discendenti. La mia vita intera verrà accantonata in un lampo muto dietro le spalle del mondo, sotto un cielo indifferente.

When the Poets dreamed of Angels
What did they see?

(4. fine)


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