Sedicesima giornata

Creato il 17 dicembre 2013 da Zootz

Alla sedicesima i nodi sono giunti al pettine almeno per i nerazzurri e per i rossoneri.

L’Inter perdendo a Napoli ha evidenziato i limiti di una rosa non eccelsa, ma soprattutto di una gestione societaria dissennata che ha portato l’Inter dal Triplete alle stagioni mediocri che si susseguono da allora ad oggi. Non sono certo al cento per cento, ma se Cambiasso attualmente percepisce 4,5 mln di euro (netti) a stagione; credo che Samuel, Milito, Zanetti e forse Chivu sono sullo stesso livello. In sintesi costosi ed inutili. Nessuno potrà mai sminuire le loro carriere piene di soddisfazioni e trionfi, ma nessuno può più sopportare che la rosa dell’Inter possa sostenere queste vecchie glorie. A Napoli si è visto che Cambiasso ha finito il fiato come sempre gli accade in questo periodo e, senza ombra di dubbio, il centrocampo nerazzurro fa acqua da ogni parte ed è surclassato da ogni avversario forte o mediocre che sia. Non è certo tutta colpa di Cambiasso, ma anche di chi lo schiera con dietro una difesa a “tre” che senza il filtro del centrocampo diviene mediocre. L’arrivo di Campagnaro aveva coperto le magagne che un Ranocchia sempre più scarso ed un Rolando sempre acerbo, avevano evidenziato. Fermo Campagnaro per diversi match, le magagne erano tornate evidenti immediatamente. Tornato in campo Campagnaro le magagne sono rimaste, nelle ultime tre uscite (Trapani, Parma e Napoli) la difesa interista ha incassato 9 gol. Mi sembra che pochi non sono. Campagnaro c’è, ma non c’è più il centrocampo perché Cambiasso non ha più fiato e i compagni di reparto si trovano sempre a rincorrere tutti. Si trovano a proporre e contrastare già in inferiorità numerica (Nagatomo e Jonathan si schiacciano per forza verso la difesa) e due  (Alvarez/Taider/Guarin) si trovano sempre contro tre o quattro avversari. Con questo modulo, l’Inter di Mazzarri, non può giocare se non cambiando molto nella rosa.

L’altra sponda di Milano non ride di certo, il pareggio contro la Roma non serve a nulla. Il Milan è a sedici punti dalla zona Champions e dimostra tutti i limiti di una rosa “scenografica”, ma poco equilibrata e carente in difesa. La colpa se l’è presa Galliani, che però aveva venduto Pato quando doveva essere venduto e non avrebbe acquistato “mille” attaccanti lasciando con gli uomini contati la difesa. Di certo se prenderà in mano tutto Barbara Berlusconi la Serie B (in pochi anni) non sarà una chimera.

Domenica c’è il derby, un match pregno di significati interni e scarso di interesse per la lotta Scudetto o Champions. L’Inter lo deve vincere per non rendere scottante la panca di Mazzarri, il Milan lo deve vincere per “salvare” la stagione. Un pareggio e tutti a casa.

A gennaio gli acquisti “milanesi” potranno cambiare il corso degli eventi, ma non credo più di tanto.



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