Sedimenta
questa rabbia
la ripongo insieme al
dolore
di notti insonni e sospiri
dimenticati
di desideri che divengono
con il tempo
ossessione e malattia
di sesso
instancabilmente alla ricerca
di altri
soggetti di desiderio
perché le mie carni
non sono più fresche
e la mia pelle
non è più sottile ed
eterna.
Non lo sono mai stato
interessante
di gioie e
anoressiche bulimie mentali
mi sono cibato per anni
sentendomi brutto
come ora.
Vorrei solo trovare la forza
di dignità e ribellione
sbattere la porta
e andare verso il centro dell’oceano.
Di gioventù e
batticuori
non ho più bisogno
con immagini di piccole
madri
che camminano per le vie di Parigi
lente e bellissime
ma non immortali.
Mi rendo conto
improvvisamente
c’è solo la morte alla fine del viaggio
a farci da maestra
e ogni sofferenza dovrebbe
insegnare a non ripetere gli stessi
errori
eppure ci ricadiamo
ancora
e ancora
e ancora
sino a quando anche l’errore
diviene monotonia
e quotidianità
dalla quale tu rifuggi
appena puoi
perché non ti basto e non ti basta mai
il ripetere dei giochi gocciolanti
di sperma e profumi.
Culo
è tutto quello che percepisci
in quell’essere che respira
oggetto del tuo desiderio
mentre io respiro piano
dicendomi
scappa, idiota, scappa
corri verso il nulla
liberati dalla catena della paura
c’è solo morte dopo
solo morte.
Di gioventù non ne voglio più
che ho sprecato i miei anni
e ho falsato i miei gesti
e siamo tutti invecchiati
io
mia madre
tu
e ogni giorno che passa
ci allontana dalla vita.
Ed è il sesso che ti tiene
sveglio
in questo mondo
sono le emozioni
dalle quali io fuggo
per non sentire il mio cuore strapparsi
per non agonizzare tristemente
nel mio acido gastrico.
Guardami
son fatto di sangue
e carne
e pelle
e viscere
e stomaco
e cuore
e culo
e piedi
e muscoli
e ossa.
E spirito.
Questo respiro
mentre mi sussurri parole banali
che dici a te stesso per
convincerti
che puoi volere di più
di un buco distrutto
e di sentimenti scialbi
e di squallori consumati
in piena libertà.
Guardami ora
corpo nudo
che non ricorda più nessuna giovinezza
steso su freddi teli bianchi
già pronto a morire.
Marino Buzzi