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seduti allo stesso tavolo

Da Dallomoantonella

Il tema del dialogo interreligioso mi ha sempre di molto affascinato.

Mi affascina come credente. Mi affascina come cristiana. Mi affascina come cittadina di una società multietnica. Mi affascina come insegnante. Mi affascina come filosofa.

Il problema sembra essere questa religione che anzichè rimanere occasione di confronto e di conforto, diventa motivo di scontro e di presunte guerre sante.

Si chiarisca una volta per tutte il fatto che non esistono guerre degne d’essere chiamate sante. Chiunque decide di uccidere nel nome del suo Dio, è solo un folle, uno psicopatico, o peggio, una persona in malafede che agisce nell’interesse di una minoranza politica ben precisa.

Questo vale per tutti, per qualunque forma di presunto terrorismo religioso.

La religione non ci dice mai di uccidere il prossimo; non ce lo dice nel Corano, non ce lo dice nella Bibbia, non ce lo dice nella Torah. I presunti interpreti dei testi sacri che sostengono il contrario, lo fanno per una loro personale interpretazione politica e lo fanno perchè non sanno allontanarsi dalla mera interpretazione letterale,    quindi il problema è e rimane unicamente politico e culturale.

Dietro questi atti terroristici ci stanno precisi interessi economici e di potere, che ben conoscono le forze investigative ed umanitarie che da sempre agiscono in loco e da sempre sono testimoni  di  realtà  precise molto complesse e precarie.

Il mondo occidentale si accorge di tutto questo il giorno che due squilibrati ben addestrati ed istruiti a dovere si piombano nella nostra normalità e ne fanno teatro di morte.

Se il problema non è la religione, perchè da sempre le tre religioni hanno dimostrato di potere convivere pacificamente, allora  forse il problema è in parte, oltre che politico,  anche  preventivo e formativo.

Il mondo islamico deve capire che è più importante la vita di un uomo di pace di un dogma religioso; se devo scegliere tra uccidere un uomo che ha offeso il mio dogma, e rispondere a tono  su quanto io mi possa essere sentito offeso,  è chiaro che essendo parte di uno stato civile e democratico, devo scegliere la seconda strada e non la prima.

Anche la religione cattolica ha i suoi dogmi santissimi, ma non li impone a chichessia nel nome di una presunta caccia alle streghe ( lo ha fatto in passato ed ha compreso che era profondamente sbagliato).

Il mondo islamico deve capire che la stessa dissacrante satira viene equamente esercitata sia verso i cristiani, sia verso gli ebrei, come verso i musulmani, perchè a noi piace essere democratici verso tutti.

Il mondo islamico deve capire che  esistono uomini che non sono religiosi o che hanno un senso del religioso molto personale, e che nel nome del loro ateismo  si ritengono liberi di dire ciò che credono e come lo credono.

Il mondo islamico deve capire  che  esiste  da noi lo stato laico, quello stesso stato che tutti i giorni condividono e da cui traggono le loro risorse.  Questo stesso stato laico non conosce il reato di apostasia, e si regge sulla sovranità del libero pensiero.

Se a qualche musulmano questo punto di apertura risulta inaccettabile, allora ce lo deve dire subito, apertamente, e noi inviteremo queste persone a tornare nei loro paesi, perchè non vogliamo davvero essere motivo di scandalo per nessuno, e non vogliamo davvero trattenere nessuno che abbia un senso di  disgusto ad abitare le nostre case.

Ma se a qualche musulmano si accendesse  la lampadina del capire che non siamo tutti uguali nel senso che ognuno ha sensibilità e pensieri diversi,  e che in un paese c’è chi accoglie e chi viene accolto, e che l’occidente ha dato dimostrazione da molto di sapere accogliere, mentre l’oriente ancora assolutamente non ci riesce, e che ci sono doveri di riconoscenza verso un paese che ci accoglie, almeno quanto ci sono diritti di integrazione, bene,  che questi buoni musulmani di buona volontà  ce lo vengano a dire che comprendono le nostre ragioni, e che vogliono lavorare con noi alla costruzione mondiale della pace, unico vero obiettivo degno d’essere perseguito.

Noi abbiamo tanto bisogno di loro. Tutti ci abbracceremo  e non smetteremo più di volerci bene.

 


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