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TITOLO: L'importanza di chiamarsi Cristian Grei
AUTORE: Chiara Parenti
EDITORE: Rizzoli
GENERE: Romance contemporaneo
PREZZO: eBook 2,49 €
PAGINE: 190
TRAMACristian Grei ha trentadue anni e una sola, acerrima nemica: E. L. James, che con le sue 50 Sfumature gli ha rovinato la vita. Tutte le donne, infatti, appena sentono il suo nome, vedono in lui un dominatore in 3D e l'incarnazione delle più proibite fantasie erotiche. Ma se vivi a Prato, fai il becchino nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia e sei ipocondriaco, avere il nome "uguale" a quello del più grande amatore di tutti i tempi, che si sposta in elicottero ed è a capo di un’azienda leader mondiale,può creare una costante e fastidiosissima ansia da prestazione.
Solo Antonella, l'amica di sempre, è in grado di divertirsi giocando con lui e tenere a bada le sue mille ansie, ma soprattuto è disposta ad amarlo per quello che è realmente.
Cristian Grei riuscirà finalmente a capire che è lei la donna giusta? E soprattutto sarà “pronto a riceverla”?
CITAZIONE
«Non a tutte piace questo tipo di giochi» disse, mentre un’ombra di preoccupazione gli attraversava il viso. «Ne sei sicura?» Me lo chiesi anch’io. Non avevo mai avuto simili esperienze: non sapevo nemmeno se ne ero capace. Una strana paura mista a eccitazione mi assalì. Non avrei nemmeno dovuto pensarci. Però, incendiata dal suo sguardo ardente, risposi con un timido: «S-sì». Lui sorrise soddisfatto e indietreggiò di un passo per lasciarmi entrare. Il mio cuore parve fermarsi. Nella penombra riuscii solo a distinguere la sagoma di un grande letto e di un divanetto in pelle vicino alla porta. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene. Un desiderio sconosciuto risvegliò le parti più profonde di me. Calmati! Calmati! La mia voce interiore cercava invano di essermi di aiuto. Mi voltai a guardarlo, divorata dalla curiosità e dal terrore di quello che si nascondeva in quella stanza, finché non mi feci coraggio ed entrai. Cristian accese la luce e per qualche istante faticai a mettere a fuoco quello che avevo davanti. Vicino al letto c’era una torre di vestiti spiegazzati che pendeva sopra quella che in teoria doveva essere una sedia. Il pavimento era cosparso di lattine vuote. La parete di fronte era interamente coperta di mensole con action figures di supereroi e alla mia destra c’era un’intera libreria piena di fumetti. Sulla scrivania erano appoggiati due portatili, dei joystick e alcune consolle. Davanti al divanetto troneggiava lo schermo più grande che io avessi mai visto. Ero scioccata. «Bene. Questa è la mia stanza dei giochi!» esclamò Cristian orgoglioso. E poi si ribaltò sul divano e accese la PlayStation.
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