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Segnalazione Self #aiutiamo gli autori italiani. Vi presento l'ultimo romanzo di Malia Delrai "Lezioni di carne"

Creato il 03 dicembre 2014 da Sherzade90 @SogniMarzapane

Segnalazione Self #aiutiamo autori italiani. presento l'ultimo romanzo Malia Delrai












Prezzo: 1,99 EuroGenere: Paranormal RomancePagine: 408Link acquisto Amazon 

Trama:“Preferivo la mia vita egoista e priva di emotività. Ero Dioniso, in fondo, e lo ero da tempo immemorabile. Perciò… vaffanculo. Non si poteva scegliere chi essere e non facevo eccezione. C’erano delle cose, c’erano sempre state, che nulla potevano contro i cambiamenti, nonostante il tempo. Tante cose, e io in particolare, incancellabili e immutabili nella loro essenza”.
Età contemporanea. Milano. Le antiche divinità greche si mescolano agli esseri umani, ormai abituate al loro stile di vita. Dioniso, il dio dell’ebbrezza e dell’irrazionalità, è circondato dal caos della grande città. Per vivere si prostituisce: il sesso a pagamento è la sua arte. Ha imparato a utilizzare l’unica arma che ha, la seduzione, in un’epoca dove la fisicità ha preso il sopravvento. Ne approfitta per placare la sua fame perversa e continua a vivere un’esistenza in solitudine. Mara, è una studentessa universitaria appassionata di antichità greca e perdutamente innamorata dell’immagine del dio Dioniso, così misterioso… occulto. Lo sogna, lo vive in segreto, immagina notti di passione. E lo ama. Un’ossessione mai rivelata, anormale, che la porta allo sfinimento. Lo scontro tra i due avviene per volere del destino e per desiderio dello stesso fato Mara sarà destinata a salvare un dio dalla natura primordiale e ribelle, che però vive in sé un profondo tormento. Perché senza amore anche il dio del sesso non può esistere. Un romanzo intenso che vi farà scoprire la forza dell’amore, il suo significato più profondo, anche contro la natura stessa del proprio essere. Non si può sfuggire al potere del fato. Segnalazione Self #aiutiamo autori italiani. presento l'ultimo romanzo Malia Delrai

Leggi l'estratto
Mi infilai la sigaretta tra le labbra aspirando una boccata di fumo che guardai uscire fuori dalla finestra spalancata sulla strada trafficata. Un sorriso acido mi increspò la bocca socchiusa e tornai ad accostare il filtro sul labbro, osservando distratto l’asfalto sotto i miei occhi. Le persone affollavano la via in un andirivieni di giubbotti colorati nel freddo invernale di gennaio.«Vaffanculo» sbottai nel sentire la cenere cadere rapida sulla pelle della mano. Spensi il mozzicone nel portacenere temporaneamente appoggiato sul davanzale e mi lasciai scivolare all’interno della stanza: sparii nell’ombra dell’appartamento. Avevo sempre prediletto l’oscurità fitta al chiarore da che ne avevo memoria, ma, questa volta, la curiosità di mescolarmi al branco di pecore che pascolavano sulla via sottostante mi convinse a spostarmi dalla postazione privilegiata. Mi accostai alla porta e sbirciai all’esterno prima di uscire nel corridoio e affrontare la rampa di scale: nessun condomino in vista.Ancora scalzo e annoiato richiusi l’uscio alle mie spalle. Indossavo un paio di pantaloni grigi di una tuta comprata nel negozio di “alta moda” cinese dietro l’angolo, ma nient’altro. Volevo evitare di incrociare qualcuno che mi avrebbe lanciato di continuo occhiate sprezzanti per l’evidente mancanza di una maglietta a coprirmi il torace e di scarpe ai piedi. Dei giudizi di gentaglia comune ne avevo a sufficienza e preferivo ignorarli. Scesi al piano terra con aria svogliata. La mano non tardò ad afferrare la maniglia del portone d’ingresso, abbassandola per guadagnare l’uscita desiderata. «Salve». Mi raggiunse la triste vocetta del portiere. Porca puttana. Non mi voltai a salutarlo, pregustando già il sole freddo che mi aspettava fuori di lì; la ventata d’aria gelida appena entrata riuscì a farmi accapponare la pelle. Il mio unico desiderio era farmi accarezzare dal gelo invernale di Milano per dimenticare la noia e calarmi nella follia pungente della stagione; godere così delle sensazioni inebrianti che mi ricordavano altri tipi di piaceri. «Ragazzo, fa freddo» mi fece notare il vecchio sopraggiunto a disturbarmi. “Cazzo, un genio”, pensai con ironia. Lo ignorai. Tra gli sguardi attoniti dei passanti mi bloccai sul marciapiede e respirai ossigeno denso di smog e ghiaccio. Una morsa di piacere mi raggiunse lo stomaco che si accartocciò su se stesso sferzato dal vento rigido. Non mi curai degli aghi che sembravano pungermi le parti scoperte e continuai a concentrarmi sulle emozioni che il freddo mi dava. Sempre meglio della monotonia a cui ero abituato. Il suono del cellulare mi riportò indietro, all’asfalto calpestato da una fiumana che si rifiutava di incrociare i miei occhi per paura di prestarmi un’eccessiva attenzione. Lo presi dalla tasca e me lo portai sotto il naso per leggere il messaggio che lampeggiava sul display. C’era altro lavoro da sbrigare quella notte. Mi stiracchiai come un gatto ancora assonnato e sentii sulle spalle lo sguardo insistente del portiere che mi aveva seguito. «Non hai un maglione da metterti addosso?» si informò quello, imperterrito nel voler capire il motivo per cui un giovane come me desiderasse suicidarsi uscendo seminudo quando la temperatura raggiungeva a malapena lo zero.Ero divertito dalla sua dimostrazione gratuita di premura, perciò ignorai il fastidio della sua inutile presenza. Era inevitabile che certe persone avessero voglia di non farsi gli affari propri; inevitabile anche che io li detestassi. La noia, però, non era diminuita. Finsi di non sentirlo e lo superai prima che potesse venirgli in mente di chiamare il numero d’emergenza e farmi venire a prendere da un’ambulanza. Con passo noncurante salii al primo piano e mi richiusi nell’appartamento. Non gli avevo risposto, ma non pensavo di doverlo fare. “Andiamo” riflettei “è solo un modo per spezzare la sventura della sua vita, non te la prendere se è un vecchiaccio rincoglionito”. 
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