Trama
Si comincia con il Natale (lo sanno tutti che libri sono come i panettoni, si vendono solo a Natale) quando il povero libraio vive come su un galeone in mezzo alla burrasca tra pile di libri che dovrebbero essere dei best seller, un’orgia di testi sulla cucina delle feste che di lì a poco saranno sostituiti da analoghe pile sulle diete postnatalizie. Sopravvissuto al delirio dei regali si passa ai mesi calmi, si fa per dire, del nuovo anno. E qui il libraio deve vedersela con il problema del budget che soprattutto nelle librerie di catena è l’incubo di tutti gli addetti: come fare a convincere i visitatori, o i passanti ignari a entrare nel pdv (punto vendita per i non addetti) a comperare? E allora via, spostare le pile, massificare (ovvero formare le pile per dare al cliente l’idea del best seller incombente), far ruotare i volumi sugli scaffali a velocità supersonica. Non è una leggenda metropolitana: i libri restano in libreria in media 30 giorni.Si dispera il libraio: «Devo rendere i libri che mi sono arrivati un mese prima, intendo dire quantità enormi di volumi che nessun cliente ha voluto comperare, eppure li ho messi in vetrina, alla cassa, lungo il corridoio, persino del bagno. Che altro devo fare? E se ne mettessi uno di nascosto nelle borse dei clienti?» Mentre impacchetta le statistiche lo confortano: del 42% dei libri che vanno in libreria non si vede una copia. Nemmeno una. Ma la primavera è anche periodo di promozioni e di vigilia di premi letterari. «Vi siete mai chiesti perché un autore pubblicato da piccole realtà editoriali non abbia mai vinto un premio importante? No? Bé, forse è il caso che cominciate e chiedervelo». Il sospetto che più della qualità del testo sia la forza economica della casa editrice a fare la differenza è forte. E che dire dei “successi nati dal passaparola”? L’icastico commento del libraio è: «Dopo aver speso quantità enormi di soldi per lanciare il pupillo o la prescelta qualcuno va in tv a dire: ‘Un successo inatteso, dovuto al passaparola. Non ci sono più i passaparola di una volta.»Sopravvissuto all’estate con le novità da ombrellone ecco arrivare il periodo dei libri scolastici. Ed è allora che un vero libraio si riconosce: è quello che tiene a bada orde di mamme in crisi isterica, ragazzini che baratterebbero volentieri i testi obbligatori con una maglietta.Ma il libraio di oggi resiste a tutto: al ragazzino che cerca Storia di una calimera, alla signora che vuole il romanzo di un autore visto in tv di cui non ricorda il nome, per non parlare del titolo. Alle schifezze che clienti lasciano in giro, alle presentazioni di libri con parenti dell’autore addormentati sulle sedie, resiste persino a quello che gli chiede: “scusi lei è il punto Info?”. Ma una cosa non sopporta: non chiamatelo commesso. Lui è un libraio vero e il lettore nel suo diario potrà trovare tanti consigli per sopravvivere tra i best seller. Cosa ne pensate?SEGNALAZIONE: Un altro best seller e siamo rovinati di Marino Buzzi
Creato il 25 novembre 2011 da BooklandPossono interessarti anche questi articoli :
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