Dalla Cina arrivano segnali non troppo incoraggianti per lo sviluppo economico nei prossimi mesi. Gli investitori sono preoccupati nell’osservare l’andamento dei prezzi del ferro che non seguono gli andamenti stagionali a cui erano abituati negli scorsi anni. Il valore del minerale di ferro, contenuto minimo 62%, ha raggiunto i 134 dollari a tonnellata, in discesa rispetto ai massimi di febbraio ma al di sopra dai minimi di 86,70 dollari raggiunti a settembre.
Il mercato si è ripreso in previsione dei consumi primaverili delle acciaierie cinesi, che dovranno alimentare il mercato interno dell’edilizia. Tuttavia la ripresa è stata molto lenta, zavorrata anche dalle scorte di prodotti siderurgici che non era mai stata così alta presso gli operatori cinesi.
Recentemente il governo cinese ha deciso di frenare la speculazione immobiliare e ha, per esempio, aumentato la tassa sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili. Gli operatori temono che questi interventi peseranno sulla domanda di minerale di ferro.
Secondo Goldman Sachs i prezzi del minerale di ferro saranno mediamente di 139 dollari a tonnellata nel corso del 2013, in calo rispetto alle precedenti previsioni. Ma secondo Deutsche Bank i prezzi arriveranno a 115 dollari entro la fine dell’anno in corso.
Anche le previsioni sull’andamento dei prezzi delle azioni di molte società minerarie del settore, sono state riviste al ribasso.
Le cause di questa debolezza del mercato del ferro sono principalmente due: il ruolo sempre più importante rivestito dai rottami e l’aumento degli impianti di produzione di acciaio sul territorio della Cina.
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