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Segni cileni sui muri lucani

Da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo

Segni cileni sui muri lucani

Bernalda, Murales della Brigada Pablo Neruda, 1976

Correva l'anno 1976, impera la DC e Andreotti succede a Moro.
A Milano nasce Radio Popolare e a Rimini si scioglie Lotta Continua.
Eddy Merckx, Gimondi, Panatta, Niki Lauda riempiono le cronache sportive.
Lo stato è in guerra contro il terrorismo sia rosso che nero. Le fabbriche, le scuole, le università sono scenari di scontro ideologico e le strade si macchiano di sangue.
La piccola e sconosciuta Basilicata, apparentemente immobile, sopravvive a se stessa, coabitano  le grandi riforme agrarie, le visioni industriali di Mattei e il folklorismo antropologico di Levi e De Martino. La sinistra resiste al dominio dell'imperatore Emilio Colombo.
Una sinistra che prova a reggere anche con l'aiuto di  simboli e i segni del mondo esterno.
La Brigada Muralista Pablo Neruda giunge in Basilicata, 3 anni dopo il golpe cileno
(1973), e a Bernalda trova accoglienza e anche un muro per poter raccontare il proprio mondo. Un mondo che sembrava altrove, ma sembrava e basta! Compito delle Brigadas era quello di illustrare le idee e le aspirazioni e le visioni di Salvador Allende e di un mondo diverso.
Questo Murales visibile a Bernalda è diventato oggetto di attenzione di Radio Raptus e dei suoi ragazzi  ( visita la pagina FB); hanno avviato una raccolta fondi on line per poter far restaurare al  maestro cileno Carrasco l'opera affinchè e ritorni allo splendore e ai colori che le stagioni  hanno smorzato. Come la nostra memoria.

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