Certi segreti pesano troppo; te ne accorgi quando ti sembra di essere diventato miope al resto del mondo, quando le altre cose ti sembrano distanti e non ti va nemmeno di toccarle o di avvicinarti; te ne accorgi quando alzando gli occhi che avevi conficcato nel marciapiede per difenderti, capisci che nemmeno una folata di vento è più uguale e non ti sorprende. Non come ti avrebbe sorpreso prima che tu sapessi che quella cosa sarebbe dovuta restare un segreto.
Ma poi ti chiedi: è proprio necessario che resti un segreto?
E ti rispondi di sì, convinto che per il benestare della tua anima bisogni tacere, fingere che tutto sia come prima e che vada tutto bene; come quando quella cosa non c’era.
Eppure c’è, e non lo puoi negare.
Ma ti salva dalle tue incognite e dalla coscienza che non vuoi l’arrivo dell’autobus, proprio quello che aspettavi, magari non proprio quello ma tanto basta per avvicinarti almeno al centro, da questa periferia di auto in corsa e di fabbriche.
E te ne vai. Convinta che prima o poi i tuoi pensieri torneranno, ma per ora puoi fingere di respirare e concentrarti sulla strada e sulla fermata a cui scenderai.