L’azzurro del Mediterraneo e il “rosso” fuoco e il “giallo”bruno della terra di Catalogna, che scopri nelle tele di Joseph Segui, ben si sposano, se non sei un osservatore distratto e capace di attenzione riflessa, con le” parole” a colori, e cioè i noti versi del “greco-egiziano”, e quindi mediterraneo, Costantino Kavafis.
Quella luce mediterranea, appunto, inconfondibile che ridesta la memoria del “corpo”- proprio come recita il poeta .E, con essa, emozioni che si credeva non fossero più.
E questo perché essi, Segui e Kavafis, esistono, solo e soltanto : il primo dentro i suoi “colori” e il secondo nella sua “poesia”.
Sono i due, senza dubbio, icone di una cultura che dal “mare nostrum” spazia lungo più direttrici di marcia per abbracciare mondi altri e differenti.
Non è un accostamento ardito,Segui-Kavafis, perché tutti e due, tanto l’artista che il poeta,oltre a una vocazione quasi monacale e,oserei dire anche un po’ maniacale per la propria arte, fondono con cultura e maestria, per radici e remota formazione , l’antico con il moderno.
E così ci narrano dell’ uomo /donna di sempre, delle sue passioni, dei suoi turbamenti, delle sue angosce, delle sue aspirazioni.
Raccontano, in definitiva, un archetipo.
La loro, a dirla senza tema di smentita, è un’epica a tutto tondo.
L’uomo ellenico di ieri diviene l’uomo europeo dei nostri tempi sebbene permanga eterno il susseguirsi frettoloso e inarrestabile delle stagioni e delle mode che , in quest’ottica, altro non sono che puri epifenomeni.
Nei colori di Segui “leggi” che l’ “arte” è necessità di vita, nutrimento, pane e companatico quotidiano, proteine (e lo è e deve esserlo per tutti, anche e soprattutto, per l’uomo della strada), così come nei versi di Kavafis, invece , la “memoria”, che è il filtro della nostalgia, porta all’impatto, e non solo emotivo, con l’irreversibilità di tempo e di spazio, di essere e di esistenza.
( m.m.)
In alto l'immagine di un' opera pittorica di Joseph Segui Rico, artista catalano.
"Torna sovente e prendimi,/ palpito amato, allora torna e prendimi,/che si ridesta viva la memoria /del corpo, e antiche brame trascorrono nel sangue,/allora che le labbra ricordano, e le carni,/ e nelle mani un senso tattile si raccende." ....... ( Costantino Kavafis, 1863-1933)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)