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Sei agosto. Duecentoventotto volte

Creato il 10 agosto 2012 da Violentafiducia0

Sei venuto duecentoventotto volte, il giorno del mio compleanno, a proteggermi i fianchi dalle delusioni. A risollevarmi da un anno di silenzi, di parole inghiottite come lame di giocolieri. A farmi credere che sarebbe stato diverso, che la neve ci avrebbe abbracciato la fronte e sotto la sua coperta, amandoci, non avremmo peccato. Sei venuto a curarmi le ferite aperte sui polsi come sorrisi, le cicatrici invece ho smesso, le cicatrici ormai non le conto più. Sei venuto a dirmi che non avrei più patito per la solitudine, per gli sbalzi d’umore e per il tempo, per le signore arroganti in fila alla cassa, per gli amici che dimenticano e per i finali troppo tristi dei film. Sei venuto a consolarmi, a rassicurarmi, a incoraggiarmi, quando chiedevo di essere lasciata in pace, quando cercavo di fare bene da sola, quando rinunciavo dicendo che non era importante. Sei venuto da me duecentoventotto volte, il giorno del mio compleanno, e non è servito. Ma mi hai sollevata, nel tuo silenzio ricambiato, mi hai fatto nevicare al contrario, verso i rami del cielo, verso gli occhi di Dio e ancora oltre, mi hai reso neve il sei d’agosto, tu, la moltitudine dei tuoi occhi.


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