Dalla raccolta poetica Infinita nigredo (2013), ripubblico la poesia “Sei anni”:
Sei anni lungo un fiume di cemento,
tra gente di cartone e pensieri al cloroformio,
(frammenti tenuti fermi come vecchi canarini
in un’immensa gabbia senza sbarre).Sei anni a seguitare la stessa evocazione.
Sei anni d’inutile cammino,
ferite mal curate,
castelli diroccati,
soldi morti nelle tasche
ed un punto fisso che mai è mutato.Ogni giorno scandito da una litania,
sgranato nelle vertebre,
voluttuosamente tenuto fra le dita,
guizzato da un tombino
come la fortuna del condannato
ch’ode l’ultimo saluto del fucile.
Sei anni in un ingorgo,
richiamando per nome ogni minuto
pensando che la stretta del tramonto
fosse il godimento dell’uomo giusto.Un istante, adesso, m’è bastato
per vedere oltre ed inghiottire l’alba:
lo stesso giorno ingravidato
che sovente, invero,
(con braccia stanche e insudiciate),
ho lasciato scivolare a terra,
come l’ennesimo sbiadito volantino
dal mio parabrezza impolverato.Sei anni, ormai. E adesso, ahimè…
…mi sento di nuovo a casa mia.(Copyright (C) Giuseppe Bonaccorso. All Rights Reserved)
Foto di Pancrazio A. Auteri
La "nigredo", conosciuta anche come "opera al nero", è la prima e fondamentale fase di ogni processo alchemico. Nel periodo della nigredo, ogni elemento materiale, psichico, spirituale, viene gettato in un luogo di putrefazione, per divenire lentamente parte di un "tutto" nero e indiviso.
Così come il seme, per dare frutto, deve morire e spaccarsi, ogni frammento materiale, per poter contribuire alla Grande Opera, deve prima essere abbandonato alle tenebre del suo sfacelo fisico, affinchè le impurità inizino ad abbandonarlo e l'intima natura degli elementi possa prepararsi per una profonda e successiva purificazione ("albedo").
Questa raccolta poetica è una discesa agli inferi del pensiero: la putrefazione di tutte le volontà creative per il raggiungimento di una conoscenza sempre più profonda e strutturale dell'anima che, nascosta nell'ombra, ne dirige le operazioni. Nelle pagine è ricorrente la parola "notte", perchè proprio di notte, con il favore delle tenebre dell'apparenza, la psiche è spesso libera di abbracciare gli impulsi lunari e iniziare ad esplorarsi sin nelle più spaventose profondità.
In questa "nigredo", si mostrano pertanto le forme, i simboli e le impalcature cognitive che sottendono alla creazione delle immagini "solari". Tuttavia ogni elemento non è esposto in modo seriale, come in una lunga galleria d'immagini, ma piuttosto nella sua imprescindibile relazione con tutti gli altri, come nell'enorme "atanor" della consapevolezza subcosciente.