Magazine Cultura
Prima di scrivere la recensione di questo ultimo romanzo di Melania G. Mazzucco, sono andato a leggermi i giudizi dei lettori sul sito di IBS per farmi un'idea su come il pubblico aveva accolto la storia di Eva. I pareri non sono positivi e questo, sinceramente, mi ha sorpreso. Si accusa la Mazzucco di aver scelto l'argomento di moda - le famiglie omosessuali - per parlare di qualcosa di forte, ma molto lontano dalle sue prove più "serie" e letterarie. La si accusa di trattare l'argomento con poca onestà, credibilità e approfondimento psicologico. Insomma, si dice che il libro è deludente, non consigliabile... da evitare.Peccato che, invece, per me, è uno dei romanzi più belli che mi sia capitato di leggere negli ultimi mesi. Un romanzo scritto con un grande senso del ritmo, compatto, armonioso - quasi melodico oserei dire - ma anche essenziale, necessario, utile... coraggioso... devo dire altro?Un ritratto famigliare, non solo vero, ma utile per capire che le famiglie non sono tutte uguali, così come le scelte e le convinzioni di chi segue una strada nuova, diversa.Eva Gagliardi e i suoi due padri: Christian e Giose. Il primo, un professore di latino, con la testa sulle spalle e un'idea precisa della vita, e il secondo, un ex cantante punk-rock, rapida meteora nel panorama musicale italiano, con una visione più romantica e anarchica dell'amore e dell'esistenza. Il romanzo inizia quando Eva ha 11 anni e cerca di sopravvivere alle attenzioni crudeli dei suoi compagni di classe che la sfottono per la natura deviata della sua famiglia; hanno persino creato una pagina su fb dove pubblicare offese e frasi razziste. Lei resiste, tace, racconta agli altri che va tutto bene... millanta una vita diversa... fino a quando, per un banale bisticcio con uno dei compagni di cui più si era fidata... finisce per ribellarsi: nella concitazione dello scontro spinge il ragazzo sulle rotaie della metropolitana e fugge spaventata dalle conseguenze del suo gesto.La fuga la porterà a cercare il padre Giose che non vede da quando il padre Christian è morto per un incidente stradale. Scappa dalla casa dei nonni, scappa da Milano e va alla ricerca della sua origine, del suo passato. Il romanzo racconta a ritroso la vita dei due padri. Le loro storie famigliari, le loro evoluzioni personali, la scoperta dell'omosessualità, l'incontro di due anime perse, il progetto di una vita insieme, la ricerca di un figlio, la partenza verso l'Armenia per cercare la donna giusta per il loro scopo, le regole, le procedure, le speranze... e parallelamente si dipana la storia di Elsa, la sua fuga, il suo punto di vista sul mondo, la paura di essere presa dalla Polizia, l'incontro-scontro con Giose...Ci sono strappi, accelerazioni, silenzi, vuoti e pieni. La scrittura è musicale, fluida e densa di fatti, pensieri, sogni... viaggi inseme ai personaggi e in questi spostamenti spazio-temporali, scopri cose che fanno parte anche del tuo mondo, della tua visione, della tua realtà.La Mazzucco non ha paura delle parole e ancora meno del peso dei sentimenti. Li racconta senza falsi pudori... illumina delle ombre e ne svela l'incanto o la miseria. L'argomento non è di moda, come sosteneva uno dei commenti su IBS, ma è sicuramente un argomento vivo, vero, urgente... parla di noi... di noi che non ci vogliamo tappare gli occhi. Ho visto la Mazzucco ospite in una puntata di TG3 Linea Notte solo qualche giorno fa: come sempre si è dovuta confrontare con un leader di estrema destra che ribadiva il ruolo della famiglia tradizionale e dichiarava che le scelte di due gay che vivono insieme non è un problema che lo riguarda. La Mazzucco ha provato a rispondere che usare la parola "problema" quando si parla dei sentimenti altrui... non è il massimo dell'empatia. Ovviamente è stata zittita dalla parlantina del politico che l'accusava di porsi in modo presuntuoso e saccente. Lei ha preferito esimersi dalla lite televisiva e ha lasciato al politico la scena e le luci dei riflettori. E credo che sia stata la scelta più saggia per non cadere nella palude dei luoghi comuni.
Vi consiglio questo romanzo nonostante le critiche dei lettori di IBS e nonostante le sparate del politico di turno. Forse non amerete la visione della Mazzucco... forse troverete Eva e i suoi padri solo delle misere figure senza spessore... ma se qualcosa passerà dalla pagina al vostro cuore... se saprete andare oltre le più banali obiezioni su "natura" e "ordine"... forse, capirete che l'amore se ne frega della carta d'identità dei suoi protagonisti.
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