"Sei genitore Paga, se vuoi guida e stai vicino al tuo ragazzo ma lasciagli vivere la sua vita almeno sportiva"
Marco Paganuzzi, coach del Quinto, una delle squadre più quadrate della A2 maschile, girone Nord, mi ha inviato il suo pensiero sul tema della comunicazione tra tecnici, atleti e genitori.
Eccolo:
Colpa degli altri, mai nostra - La tendenza purtroppo è la stessa che troviamo nel rapporto figlio/professore: il motivo dello scarso rendimento è sempre di quest'ultimo. Purtroppo è una questione culturale tipica del nostro paese e dei nostri tempi.
Dialogo si, ma ... - L'allenatore deve sempre avere rapporti con i genitori e raccontare loro come procede la maturazione del ragazzo senza mai entrare nel dibattito tecnico/tattico.
- Quanti ne ho visti di genitori urlanti sugli spalti contro allenatori e compagni del figlio,
- quanti ne ho visti "cazziare" il figlio su aspetti tecnici,
- quanti ne ho visti far cambiare mille squadre ai figli perché l'allenatore non andava bene,
- quanti ne ho visti imporre al figlio le proprie idee,
- quanti ne ho visti fare ingerenze sugli aspetti tecnico/tattici.
Quanti ne ho visti smettere prima del tempo e poi ritrovarli 8,9,10 anni dopo e sentirgli dire "ho sbagliato avrei dovuto continuare ma....."
Ritornando alla frase iniziale per me dovrebbe essere: "Sei genitore Paga, se vuoi guida e stai vicino al tuo ragazzo ma lasciagli vivere la sua vita almeno sportiva"
E tu? Sei un genitore? Un tecnico? Perchè non esponi la tua opinione? Ti aspetto, scrivimi a:
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