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Sei incinta? Rimani a casa!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Qualche giorno fa in una lettera inviataci da una nostra lettrice -che poi ho deciso di pubblicare e di scriverne un post- ci e si chiedeva come poter ripartire per una società migliore e soprattutto più giusta e paritaria tra i generi.

Del festival di Sanremo ne abbiamo parlato fin troppo ma in questo post si parlerà ancora della nostra cara azienda Rai, quel servizio pubblico che percepisce dai noi cittadini un tributo annuo che però onora sempre di meno.

In questo mio intervento non vi parlerò di qualche trasmissione televisiva targata rai, con vallette che si smutandano in modo telecomandato per attirare il pubblico in modo becero simile ai vecchi b-movie erotici che ormai non interessa più a nessuno o di vecchi presentatori che sfilano giubbotti a giovani ragazze per mostrarne a tutto il paese  il decolletè della stessa, ma di una cosa ben più grave : ovvero dei contratti lavorativi vergognosi che la Rai riserva ai suoi giornalisti e collaboratori.

Sul “Errori di stampa” un blog composto da giornalisti precari è stata lanciata una denuncia con annessa lettera al direttore della Rai Lorenza Lei per quanto riguarda la “clausola gravidanza”. Vi riporto l’immagine relativa a tale clausola presa da qui.

Sei incinta? Rimani a casa!

<<Nel caso di Sua malattia, infortunio, gravidanza, causa di forza maggiore od altre cause di impedimento insorte durante l’esecuzione del contratto, Ella dovrà darcene tempestiva comunicazione. Resta inteso che, qualora per tali fatti Ella non adempia alle prestazioni convenute, fermo restando il diritto della Rai di utilizzare le prestazioni già acquisite, Le saranno dedotti i compensi relativi alle prestazioni non effettuate. Comunque, ove i fatti richiamati impedissero, a nostro avviso, il regolare e continuativo adempimento delle obbligazioni convenute nella presente, quest’ultima potrà da noi essere risoluta di diritto, senza alcun compenso o indennizzo a Suo favore >>.

In parole povere come riportate da Errori di stampa:

Se una donna rimane incinta la Rai potrà valutare l’incidenza della gravidanza sulla produttività della lavoratrice e, se questa ne risultasse compromessa, si riserva sostanzialmente di risolvere il contratto“.

La gravidanza dalla Rai viene vista come un problema, paragonata ad una malattia, un intralcio , una colpa.

E chi se ne frega dei tuoi diritti cara donna , dei tuoi sacrifici, dei tuoi studi, insomma donna se sei incinta tu rimani a casa.

La Rai replica : “Non esiste quindi alcuna clausola che possa consentire la risoluzione anticipata dei rapporti lavorativi del personale con contratto, anche a termine, di natura subordinata”, scrive la Rai. Quanto ai contratti di lavoro autonomo, ai quali come noto non si applica lo statuto dei lavoratori né le relative tutele, la Rai precisa di “non essersi mai sognata di interrompere unilateralmente contratti di collaborazione a causa di maternità, a meno che questo non sia stato richiesto dalle collaboratrici interessate per ragioni attinenti allo stato di salute o allaloro sfera personale”.

Ma allora come ce le spiega la Rai testimonianze come questa: una donna su Repubblica racconta la sua storia di precaria Rai da  quasi 12 anni, che dopo la gravidanza a quanto pare non ha più avuto modo di lavorare in rai, proprio per questo motivo è in causa con l’azienda.

Ovviamente qualche protesta c’è stata soprattutto dalla Cgil e dalla Cisl, indignati dai contratti lavorativi della Rai e in particolare modo  per questa clausola, che va ad intaccare la nostra Costituzione che afferma che la maternità è un nostro sacrosanto diritto!

Qualcuno se lo ricorda ancora l’articolo 3 della nostra Costituzione?

Ho pensato di rinfrescami un po’ la memoria e di andare a riguardarlo un po’:

<<Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese >>.

Possiamo dunque dire che l’articolo  3 sia stato totalmente dimenticato da noi italiani per troppi aspetti. Forse è il caso di iniziare a farsi qualche domanda, non possiamo di certo affermare che questo paese si fonda sui prinicipi dell’articolo 3, anzi come dicevo nel post di qualche giorno fa questo è il paese che ha fatto delle diversità l’unico modello da seguire.

Tornando alla “clausola gravidanza” suona molto strana in un’azienda così tradizionalista che inneggia feste pro-vita, intere puntate di trasmissioni pomeridiane in case di famigliole con donne che hanno appena affrontato parti plurigemellari o di ragazzine quattordicenni che immature ma felici espongono il loro pupo tutto ovviamanete per diffondere la propaganda anti-abortista e vaticanista.

La famiglia per questo paese è la cosa più importante, e mi sovviene un dubbio. Se la famiglia è la cosa più importante, e l’aborto è una cosa che ancora nel 2012 viene visto come una atto ingiustificabile, come fa una coppia a diventare famiglia se poi la donna viene licenziata appena incinta?

Ma che stupida, a non averci pensato prima: la famiglia è importante, si, più di ogni altra cosa, il lavoro anche quindi come si fanno ad unire le due cose? Semplicissimo donne a casa ad accudire bambini e mariti e uomini a lavorare. Non ci siamo. Siamo alle solite!

E pensare che qualcuno ogni tanto viene a dirci che le nostre lotte  sono inutili perchè a tutti gli effetti le donne hanno raggiunto la parità.

Bene quindi mettiamo caso che chi la pensa così abbia ragione, noi facciamo lotte inutili, e come ce lo spiegate questo ennesimo caso della Rai?

E come ci spiegate il dato Istat che riporta nel 2010 il licenziamento di 800.000 mamme?

Illuminateci!



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