Forse non tutti lo sanno, ma l’insofferenza nei confronti di determinati suoni può essere un disturbo vero e proprio. Si chiama “misofonia” e si stima che il 20% della popolazione mondiale ne sia affetto.
Sbadigliare, deglutire, masticare: vi è mai capitato di provare fastidio di fronte a uno di questi suoni?
La misofonia è un fenomeno recente, classificato circa 20 anni fa: la semplice comparsa di uno dei suoni in questione impedisce al soggetto di concentrarsi su qualsiasi cosa. Si tratta di un disturbo abbastanza lieve e per questo motivo sono ancora pochi gli studi in proposito. Attualmente, in assenza di poche informazioni circa la causa o le conseguenze, sono le stesse persone affette da misofonia a confrontarsi sul web, per mettere a confronto le proprie esperienze.
Il New York Times, prendendo spunto da un sito sorto per questo motivo, ha stilato la classifica dei rumori che vengono percepito come più fastidiosi:
- Gesso sulla lavagna
- Rumore di chi mangia la suppa
- Masticare chewing gum
- Il tagliarsi le unghie
- Scatti della penna
- Tirar su con il naso
- Scrocchiare delle dita
- Sbadigli ad alta voce
Una ricerca del 2013 ha evidenziato che la misofonia compare spesso tra l’infanzia e l’adolescenza e che nella maggior parte dei casi è scatenata da persone ben determinate. Ancora, secondo un ulteriore studio, uno dei modi per far sbollire la rabbia generata dal rumore è imitare il suono fastidio.
A quanto pare, le reazioni sono causate più dal cervello che dall’orecchio e pare che ci sia di mezzo il sistema limbico, quello che registra le emozioni. Se un suono viene avvertito in un contesto sgradevole, il sistema limbico lo etichetta come sgradevole e la memoria del sistema limbico interviene in automatico, riproponendo la sua sgradevolezza.
Fonte: Huffington Post