Sei Nazioni 2013: i migliori e i peggiori

Da Superale @superale76

Leigh Halfpenny © www.planetrugby.com

Va in archivio il Sei Nazioni 2013 con Leigh Halfpenny premiato miglior giocatore del torneo e onestamente è un premio che ci sta tutto: non è come Dagg o Beale in attacco però: palle al volo, posizione difensiva e precisione dalla piazzola da ogni dove sono tre caratteristiche che lo rendono un giocatore imprescindibile per questo Galles.
Galles che è cresciuto partita dopo partita e alla fine ha meritato di vincere il Sei Nazioni annichilendo un'Inghilterra che ha cominciato alla grande per poi, al contrario dei Dragoni, spegnersi via via.
Tra le squadre che hanno meglio figurato c'è sicuramente da menzionare la Scozia; conclusa traumaticamente la gestione Robinson, si sono affidati a Scott Johnson che ha ridato fiducia al gruppo beneficiando dell'apporto di Massimo Cutitta che in linea di massima un paio di cosette in mischia ordinata le sa. La naturalizzazione di un ottimo Maitland, l'esplosione di Dagg e Laidlaw a mediano di mischia sono gli altri ingredienti di un gruppo che è riuscito a strappare il terzo posto.
Quarta è arrivata l'Italia ed è una posizione che può soddisfarci; il bicchiere mezzo pieno lo riusciamo a vedere intanto perchè abbiamo vinto due partite, poi perchè abbiamo piazzato Alessandro Zanni al secondo posto nella classifica dei migliori atleti e infine perchè abbiamo giocato molto bene a Twickenham. Di contro il bicchiere mezzo vuoto lo si può vedere se pensiamo che abbiamo perso in Scozia senza mai essere in partita e che col Galles potevamo decisamente fare qualcosina in più soprattutto nel secondo tempo.
Sicuramente insufficienti le prestazioni di Irlanda e Francia. Certo a Dublino possono campare la scusa, peraltro vera, dei mille infortuni che hanno travagliato la campagna irish, è una relatà che se ti manca gente come Bowe, Sexton o O'Driscoll difficilmente qualcun altro accende la luce anche se stanno venendo su tre-quattro ragazzini del 92 che garantiscono il futuro.
Capitolo Francia. Non è un caso se l'anno scorso sono arrivati quarti e quest'anno ultimi: il problema grosso per i Transalpini è trovare la giusta mediazione con i club che concedono alla nazionale solo i 23 giocatori per il match del weekend e per di più all'ultimo momento, per di più polemizzando inutilmente se qualcuno si fa male, vedi il caso Michalak; l'altro male latente è il sempre più crescente numero di stranieri che giocano in Top 14 soprattutto in ruoli chiave, il caso di Toulon è emblematico.

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