L'Inghilterra conquista la vittoria contro la Scozia, mantiene il possesso della Calcutta Cup per un altro anno e, cosa forse più importanti dalle parti di Twickenham, vola in testa alla classifica del Sei Nazioni ad una sola gara dalla fine. Settimana prossima, in casa contro la Francia e a conoscenza dei risultati delle altre avversarie, la Rosa avrà la possibilità di conquistare il Championship, un traguardo che, dopo la brutta sconfitta di Dublino di due settimane fa, sembrava quasi impossibile da raggiungere. La Scozia ha mostrato segnali di miglioramento, marcando una meta, chiudendo il primo tempo in vantaggio e, nel complesso, salvando l'onore, ma se l'Inghilterra avesse concretizzato tutte le occasioni create la gara si sarebbe chiusa abbondantemente nel primo quarto. I dodici punti di scarto, complice la sconfitta dell'Irlanda contro il Galles, mandano quindi la Rosa in testa per miglior differenza punti, ma Stuart Lancaster, stasera, starà sicuramente pregando di non dover maledire il fatto di non aver convertito in punti preziosissimi tutto il grande lavoro in fase di costruzione.
L'avvio di gara è tutto di marca inglese. La Rosa sfiora la meta alla primissima azione, dopo poco più di trenta secondi dal calcio d'inizio, ma un grande intervento di Stuart Hogg vanifica l'incursione di Luther Burrell; al 4′, però, l'Inghilterra va oltre la linea con il centro Jonathan Joseph, ben imbeccato da George Ford. Colpevole la difesa scozzese, apparsa troppo distratta. L'apertura inglese trasforma la marcatura e manda i suoi sul 7-0.
Al 13′ Stuart Hogg è ancora provvidenziale con un placcaggio decisivo su Mike Brown; si crea una ruck sui 5m difensivi scozzesi, Laidlaw ricicla su Russell all'interno dell'area di meta scozzese ma l'apertura dei Dark Blues perde il tempo per il calcio di liberazione e si fa placcare da Courtney Lawes. L'Inghilterra vince la prima mischia e sceglie ancora la scrum, ma nella seconda Euan Murray sale in cattedra e costringe Joe Marler al fallo. La Scozia prende fiducia ma è ancora la Rosa a creare problemi, quando Nowell si infila ancora tra le maglie troppo larghe della difesa prima di inciampare all'altezza dei 22m scozzesi.
I Dark Blues entrano nel secondo quarto sotto solo 7-0, nonostante le grandi difficoltà e più per demeriti degli avversari. Tuttavia, forse ispirati dal fatto di essere, in qualche modo, 'sopravvissuti' alla tempesta in bianco, vanno in meta alla prima vera occasione con Mark Bennett, anche oggi uno dei migliori dei suoi, dopo che gli avanti avevano eseguito alla perfezione una touche. Laidlaw, che ha effettuato l'ultimo passaggio, è bravo anche con la trasformazione e porta i suoi in parità.
George Ford riporta avanti l'Inghilterra con un piazzato, ma la Scozia fa ancora paura poco dopo, quando un'avanzata viene fermata ad un palmo dalla linea di meta da un'entrata laterale di Dan Cole, che viene graziato da Romain Poite. Il direttore di gara francese non estrae il giallo e si limita a concedere una punizione alla Scozia che Laidlaw decide di calciare tra i pali. C'è ancora tempo per il secondo fallo di Joe Marler in mischia ordinata e per l'ultima avanzata scozzese, da cui nasce la punizione che Laidlaw converte nei tre, preziosissimi punti che mandano gli ospiti a riposo in vantaggio.
Nel secondo tempo, però, l'Inghilterra torna in campo determinata e va in meta dopo soli tre minuti con George Ford, bravo ad infilarsi nel buco lasciato da Harley e Cross - molto probabilmente anche causato da un'ostruzione - e ad andare in tuffo sotto ai pali, prima di trasformare la marcatura. La reazione scozzese è sterile e ancora Ford, meritatissimo man of the match, può allungare dalla piazzola dopo che Harley tocca Lawes in volo in una touche.
Tom Youngs, che sbaglia l'ultimo passaggio, e Watson, fermato da un intervento disperato di Seymour, seminano ancora il panico nella retroguardia scozzese, prima che al 61′ il TMO annulli la meta di Mike Brown perché il passaggio di James Haskell è in-avanti. La gara si spegne, i coach effettuano numerosi cambi e si entra negli ultimi dieci minuti con il risultato, almeno teoricamente, in bilico. Ci pensa la meta di Nowell a chiudere la gara e a lanciare la Rosa verso una vittoria importantissima in chiave-Championship. George Ford calcia sul palo una punizione, la Scozia - come contro l'Italia - non è reattiva nel raccogliere l'ovale che resta in gioco e l'Inghilterra costruisce un'azione che si chiude con l'ala degli Exeter Chiefs oltre la linea sulla sinistra d'attacco.
George Ford non trasforma, ma negli ultimi minuti la Scozia non riesce a mettere in difficoltà gli avversari e, nonostante una prova orgogliosa, non riesce ad evitare la sua quarta sconfitta consecutiva di questo Sei Nazioni da dimenticare in fretta.
Score: 4′ Joseph m Ford tr (7-0), 22′ Bennett m Laidlaw tr (7-7), 25′ Ford cp (10-7), 28′ Laidlaw cp (10-10), 38′ Laidlaw cp (10-13); 43′ Ford m Ford tr (17-13), 50′ Ford cp (20-13), 76′ Nowell m (25-13).
Inghilterra: 15. Mike Brown 14. Anthony Watson 13. Jonathan Joseph 12. Luther Burrell 11. Jack Nowell 10. George Ford 9. Ben Youngs 1. Joe Marler 2. Dylan Hartley 3. Dan Cole 4. David Attwood 5. Courtney Lawes 6. James Haskell 7. Chris Robshaw (C) 8. Billy Vunipola
Panchina: 16. Tom Youngs 17. Mako Vunipola 18. Kieran Brookes 19. Geoff Parling 20. Tom Wood 21. Richard Wigglesworth 22. Danny Cipriani 23. Billy Twelvetrees
Scozia: 15 Stuart Hogg 14 Dougie Fife 13 Mark Bennett 12 Matt Scott 11 Tommy Seymour 10 Finn Russell 9 Greig Laidlaw (C) 1 Alasdair Dickinson 2 Ross Ford 3 Euan Murray 4 Jim Hamilton 5 Jonny Gray 6 Robert Harley 7 Blair Cowan 8 David Denton
Panchina: 16 Fraser Brown 17 Ryan Grant 18 Geoff Cross 19 Tim Swinson 20 Johnnie Beattie 21 Adam Ashe 22 Sam Hidalgo-Clyne 23 Greig Tonks
HT: 10-13
Man of the match: George Ford (Inghilterra)
Arbitro: Romain Poite (FFR)