Nel silenzio e
nella lontananza
che è d’obbligo
da anni ormai
ti osservo vivere
i tuoi giorni
in corsa
pronto
ogni giorno
a regalare
un sorriso
o una carezza
a chi neanche
la domanda.
E’ il “tuo” pregare.
Scarpini.
T’arrovelli.
E di sera stanco
il capo poggiato
sul cuscino
la malinconia
qualche volta
t’assale.
E il mondo
(pare fatto apposta)
in un elenco
interminabile
cassa a dispetto
per gli umani
ogni ideale
di consolazione e
e squaderna( semmai)
una spirale di violenza
che ferisce l’animo.
Tu però non t'arrendi.
Ti conosco.
Domani si riparte.
Non c’è pena che tenga.
Si ricomincia.
E’ un nuovo giorno.
Il sole è alto.
Bisogna andare.
Marianna Micheluzzi