Forse pare strano che proprio io, null'altro che un'umile blogger, senta di dovermi pronunciare contro l'uso smodato della libertà di parola. Avanzo l'ipotesi che sia per il peso enorme che do alle parole, armi che dovrebbero essere usate con cautela, maneggiate con cura. Dosate con una buona dose di riflessione, occhi alzati e mano sul mento, a chiedersi se quanto si dice possa essere considerato giusto o meno.
Sarà che la rete dà spazio anche agli imbecilli, ecco. Soprattutto, agli imbecilli. E non è che pretendo il sorgere di una patente per il computer ottenibile per mezzo di un test del QI - anche se ogni tanto ci penso, eh - però almeno lasciate che me ne lamenti. E che indichi. E che giudichi. Perché, perdonate l'ardire, se una persona non la valuti per il suo cervello, in che altro modo puoi valutarla? Mi è capitato di sentirmi dire che non dovrei giudicare le persone per i loro gusti. Per le loro idee. Per quello in cui credono.
Spiacente, ma la sospensione del giudizio la lascio ai relativisti più convinti, io continuo a pensare che uno abbia il diritto di parlare, laddove il suo vicino ha il dovere di correggere le sue castronerie.
Tutta questa pomposa introduzione va a presentare la mia nuova rubrica, su cui avevo mentalmente cincischiato per un po' e che il mio lato criticone sente da troppo il dovere di creare. Vi presento, miei confratelli,
Sei proprio sicuro di dover dire la tua?
Critiche inopportune, inidonee e/o irrilevanti scovate su muri virtuali
in cui raggrupperò, con sommo diletto, i peggio-commenti trovati su Anobii e simili.
Comincio con un non-saprei-cosa dedicato a Il teatro di Sabbath di Philip Roth.
'' La versione in mio possesso è del Club degli Editori, anno 1995''
Voto: una stellinaNon ho chiaro in che modo l'edizione in questione possa far luce su un voto tanto basso.
Più sotto, c'è chi commenta concisamente un:
'' Noioso. Banale. Ripetitivo. Non particolarmente scandaloso. Sciatto''
Che sono poi quei giudizi standard pescati praticamente a caso da una specie di sacchetto della tombola mentale, in cui risiedono anche aggettivi come 'Pesante', 'Lento', 'Prevedibile' o 'Deludente'. Ammetto che lo 'sciatto' mi ha strappato un sorriso, pare debba pronunciarsi sullo scialle infeltrito della nonna.
'' Dicheno che Roth sia molto amato, e quindi i rothiani mi uccideranno.
Tuttavia mi faccio una ragione delle coltellate virtuali che mi arriveranno, e annunzio vobis che questo libro, per me, è sgradevolissimo. Anzi, nauseante.''
Ecco, una cosa che non mi è chiara tra i vari commentatori Anobiiani è la pretesa che ogni lettura debba rivelarsi gradevole, piacevole come una giornata di sole o un sorso fresco di succo d'arancia. Chi ha detto che un libro non possa essere volutamente graffiante, nauseante, disturbante? Perché, amico mio che mi parli aulico, non è che Roth volesse esattamente regalarti una lettura da ombrellone.
I prossimi commenti riguardano invece Il Profumo di Patrick Suskind, che tempo fa avevo pure recensito .
'' Originale senza dubbio, ma disgustoso. E oltre al disgusto, nient'altro degno di particolare nota.[...]''
E si torna sempre lì. Sul disgusto per un personaggio o per i suoi atti che si riflette automaticamente sul giudizio complessivo dell'intero libro. Ma cos'è questa tendenza semplicistica? Che poi i gusti saranno anche gusti, ma definire la trama o i personaggi, per non parlare dello stile, de Il Profumo 'non degno di particolare nota'... Mah.
''... però l'ho finito, son stato bravissimo!
Se non ricordo male è il primo libro a cui metto una stellina, e già qui si può intuire che non l'ho gradito molto.
E' anche la prima volta che il voto che assegno ad un libro si discosta ripetto alle valutazioni degli anobiiani. Non ho trovato uno spunto a cui attaccarmi per dire "beh, dai almeno qui non è male", una storia assurda, nessun sentimentalismo, nessuna suspance, nessun ... niente.
Forse ho capito, è perchè ho avuto problemi ai turbinati nasali !!!!''
Questo l'ho dovuto copincollare per intero. Tralasciamo il fatto che il commentatore che si congratuli con se stesso per essere riuscito a finire il libro. Qui, curiosamente, pare che l'assurdità di una storia, la mancanza di sentimentalismi e l'assenza di suspense (non è esattamente un thriller, eh...) siano dei difetti inenarrabili. Che io di norma apprezzo particolarmente, ma vabè.
I commenti che trovo inopportuni-irrilevanti-inidonei su Il Profumo di Patrick Suskind sono troppi per potermici soffermare ancora. E soprattutto, tendono a ripetere le stesse cose. Troppo assurdo. Lamentele sul protagonista troppo indifferente. Non aggiungo altro.
Ma veniamo ai commenti su Cime Tempestose di Emily Bronte, che mi danno sempre tanta gioia. Anche perché, non posso citarli tutti per ragioni di spazio-voglia, ma buona parte delle critiche vengono da Twilighters ( Cime Tempestose viene spesso citato come il libro preferito di Bella, per questo le suddette donzelle se lo sono andate a ripescare) che si lamentano di come questa storia non sia affatto romantica, che parli più di odio e ossessione che d'amore. Perché uno stalker non morto è notoriamente romanticissimo.
''E' stato davvero difficile leggere questo libro..le mie aspettative romantiche sono state deluse completamente da Emily Bronte..di Amore non se ne parla lontanamente e la cattiveria di Heathcliff è senza confini..non lo consiglio!''
Non dico nulla. Non. Dico. Nulla.
'' 34 capitoli e 343 pagine di pura noia.''Ricordate, 'noia', 'noioso'? Irrilevante.
'' non voglio abbattere un mostro sacro della letteratura inglese del XIX sec. però leggendo le prime 60 pagine lo trovato insopportabile, anche se devo dire che ho dimenticato in fretta le ragioni di questa mia reazione!''
... ma allora cosa scrivi/voti a fare?
'' La trama è carina e ci sono belle scene. Purtroppo il libro, però, si perde nella confusione con i nomi...''
Ecco, questo è il commento che andavo cercando. Gli altri li ho trovati praticamente per caso, che quando uno lascia una stellina a Cime Tempestose non si può non dare un'occhiata. Trama carina. Belle scene. I nomi. I nomi come metri di giudizio. Rispetto almeno l'originalità dell'approccio.
Per questa volta chiudo qui, ho trovato commenti assai più ghiotti altrove, ma li tengo per il seguito. Che dite, troppo acidume? Ma non posso farci nulla, il fatto che un'opinione personale scevra da qualunque parametro oggettivo possa valere quanto un giudizio ragionato e contestualizzato, mi irrita troppo. Avessi dato retta a questi fan delle due-tre stelline, quanti libri meravigliosi mi sarei persa? E quanti ne sono già stati affossati o almeno menomati? I libri non hanno bocche per ingiuriare, lasciate che lo faccia io.