Magazine Diario personale

Sei pur sempre mia madre

Da V

Sento la porta di casa aprirsi,i tuoi tacchi calpestano sicuri il marmo di casa. Seguo il loro rumore per un po’ senza dire nulla,apetto nascosta sotto le coperte con il corpo che brucia per la febbre. Ed inizi a gridare. Non ho fatto nulla,oggi. I piatti sono ancora da lavare,il frigo è vuoto e la lavatrice aspetta di essere riempita. Urli da un capo all’altro della casa,ma le tue parole si confondono con quelle dette tanti anni fa. Eravamo nella mia stanza e tu tiravi fuori dall’armadio,gettandoli sul letto,i miei vestiti. E non capii subito cosa volessi fare:vedevo volare i jeans stracciati,le mie gonne lunghe e nere,la mia maglietta dei Nirvana due taglie più grandi. E ti guardavo,senza dire niente-perchè non trovavo nulla di sensato da dire-sino a quando non gettasti tutto in un sacchetto. E gridai io,quella volta. Che quelli erano la sola cosa che avevo per nascondermi,per essere me,per non essere come gli altri. Ma tu continuavi a gettarli via,dicendo che mi faceano ancora più grassa di quello che ero,che nessuno sano di mente si sarebbe sognato di andare in giro così. Avevo 15 anni e non sapevo come nascondermi,dove nascondermi. Ma tu eri sorda -la sei sempre stata-alle mie ragioni. Hai sempre voluto una figlia che in realtà non esiste.

E gli anni sono passati,i vestiti sono diventati più stretti e più alla moda.Proprio come volevi tu. Sono sempre maschere,non lo vedi?Cambia solo il colore. E ci sono volte in cui ho bisogno di sentirmi le ossa,di sapere che sono li:la clavicola,le coste-si riescono quasi a contare-e le ossa iliache,le mie preferite,quelle per le quali lotto da una vita contro il mio corpo. E sono li. Ci sono. Anche ora,sotto la pelle che scotta,sotto le mie dita incredibilmente gelate. “Perchè non ti metti questi pantoloni?” “Perchè sono quasi due taglie in più.” “Ti metti una cintura” “Ma mi starebbero larghi nelle gambe,sembrerei più grassa di quella che sono” “Di certo non hai le gambe più magre delle mie!” Ossa. Eccole.

E non sono abbastanza brava.

Abbastanza intelligente.

Abbastanza capace di fare qualsiasi cosa.

Non ho interessi.

Non faccio sport.

Faccio troppo sport.

Non faccio mai nulla.

Passo le giornate a guardare il soffitto.

Non esco mai.

Esco troppo.

Mi lavo troppo.

Non studio mai.

Studio sempre.

Mangio troppo.

Mangio troppo poco.

E che sei pur sempre mia madre. E io faccio i salti mortali per essere all’altezza. Per essere un’ adulta responsabile da quando ho 17 anni,a consolarti,a consolarmi,a consolare tutti. E ci provo ad essere una brava madre (di figli non miei),una brava figlia,sorella,studentessa,amica,fidanzata,nipote,vicina,cliente,casalinga,lavandaia,elettrice,cittadina…

Sei pur sempre mia madre,ma ho la febbre. Oggi sarò solo V.

Come sempre,

imperfetta.


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