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Che facce. Ma come si fa? Sorridere, ragazzi! S-o-r-r-i-d-e-r-e-! Dai che c'è l'ONU, ci sono quelli che vi vogliono bene, quelli che stanno dalla vostra parte, quelli che vi pensano senza pensare, quelli che con un bel bagno (ma non usare il mio) passa tutto, anche la guerra, quelli che in fondo (in fondo dove, sorry?) siamo esseri umani, a parte quelli che, per inciso o tra parentesi, porca miseria, ci sono scivolati via dalle mani, dai convegni, dai summit, dai festival, dalle interviste, dalle dichiarazioni, dalle buoneintenzioni, dall'iiiioooovelaraccontogiustalastoria, quelli che adesso parlo iiiio, quelli che voglio l'intervista, adesso o mai più, quelli che lascia andare, cosa vuoi che siano, destinanti comunque come sono alla voce noncirisultano... Fuori fuoco sono, sfocati, malvisibili. Inguardabili. Colpa loro. Dov'erano quando è stata scattata la fotografia? Darsi una mossa, no, eh? Lavorare, rimboccarsi le maniche. Guarda che la vita è una cosa seria! Ah sì, seria. Seria e basta? Silenzio e: sorridere. Sorridere, ragazzi!Eeeeh, ma come si fa... Io sto sorridendo, lui mi pare anche, lei uguale. Ci stiamo divertendo da morire, se la parola - scelta a caso - ha ancora il peso che la tiene a terra. Su questa terra.
Sei te che non ci vedi. Vuoi scommettere che sei te che non sorridi, che sei te che ci guasti la festa? Per morti di fame che siamo, per morti che siamo, stramorti va', scrivilo pure. Che poi tra l'altro - e per tutta la vita meravigliosa che abbiamo avuto o soltanto sognato - è pure il titolo più o meno definitivo di una cosa che verrà.
Verrà quando?
Verrà, roba di qualche mese. Cos'è, adesso ci metti fretta? Proprio te, che vivi all'infinito? Come se non finisse mai.
Finire che cosa?
Lacia stare.