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Sel Luino: “In consiglio comunale sull’Ospedale ancora troppa confusione politica”

Creato il 05 dicembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Dopo il consiglio comunale del 30 novembre, con la situazione dell’Ospedale di Luino al centro dell’attenzione, ad intervenire sono i referenti del circolo Sel di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca. Ecco la nota stampa inviata alla redazione.

Diego Intraina e Antonio Azzarito, del Circolo di SEL di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca

Diego Intraina e Antonio Azzarito, del Circolo di SEL di Luino e di Maccagno con Pino e Veddasca

Sel Luino: “In consiglio comunale sull’Ospedale ancora troppa confusione politica”. “Cosa dire del Consiglio Comunale dell’altra sera? Sicuramente che non abita in quel luogo il buon senso politico e che i fantasmi che aleggiano non sono poi così poco trasparenti, visto le evidenti contraddizioni che si sono espresse e le soluzioni deliberate di spreco del danaro pubblico (vedi semafori a Voldomino ecc.). Ebbene parlando dell’ospedale, argomento sicuramente complesso capace di condizionare l’interesse generale, si è potuto costatare in aula consiliare due differenti strategie politiche intrecciate pericolosamente fra di loro.

La prima riguarda una forma di contrapposizione politica che difende di per sé la struttura senza se e senza maQuesta strategia, così come viene esposta, potrebbe essere rappresentata dall’immagine espressiva delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo (anzi sparlo). Nel nostro caso specifico questa triplice condizione viene provocata e vissuta dai soggetti politici presenti in aula grazie ad una carente analisi delle reali e anomali condizioni politiche ed economiche. I consiglieri comunali sembrano ignorare le vere cause sociali e i loro forzati e irresponsabili comportamenti d’appartenenza. Le politiche di taglio governativi, espressione della politica nazionale renziana e regionale maroniana, volute per non attuare una giusta ridistribuzione delle ricchezze continuano a discriminare i ‘soliti cittadini’ andando a ridurre i servizi indispensabili e consegnando a loro in cambio specchietti per le allodole. Si decide di sostituire i beni indispensabili con pochi euro, regalie che non aiutano sicuramente ad alzare il livello della qualità della vita e che non evitano la marginalizzazione (soggetti definiti da Papa Francesco scarti) nel momento della necessità.

Su questa corresponsabilità politica, frutto di un allarmante binomio tra un paradigma sociale, espressione di una filosofia del libero mercato e quello politico succube di comportamenti maggioritari e di assurde alternanze, c’è purtroppo una continuità tra i differenti schieramenti, per cui nessuno può o vuole seriamente e globalmente esporsi discutendo di nuovi modelli di relazione sociale, istituzionale e dunque di servizi, per evidenti ragioni d’appartenenza. Questa mancata riflessione, che nulla ha di dialettico, porta inevitabilmente ad una parziale sterile discussione capace solamente di nascondere, irresponsabilmente perché consapevoli, di quella verità che tutti sanno ma che nessuno vuole comunicare: accorpamento/chiusura dell’ospedale di Luino e non solo.

La seconda riguarda una strategia della confusione. Esiste una contraddizione di convivenza di idee che sembra non sia stata percepita all’interno del gruppo di minoranza a trazione centrista: una dura posizione di difesa senza soluzione contro i mulini a vento dell’area Partito Democratico e una posizione realista/possibilista espressa dal capogruppo Franco Compagnoni. Della prima nulla possiamo dire se non che è la solita minestra riscaldata e sperimentata già anni a dietro e che non ha capito, oggi come allora, l’importanza di alcuni meccanismi legati ai rapporti di forza; dunque non farà altro che restare alla finestra e guardare le mutazioni: reparti e servizi spostati in altre strutture. Invece per quanto riguarda la seconda idea, che strano ma vero ci sembra la più obiettiva, ci pare di capire che comunica una consapevolezza: è arrivato il momento che la politica cessi di cavalcare il mondo emotivo dell’individuale opinione, solo per fini elettorali, ma inizi ad educarsi per educare la cittadinanza a quei possibili e sembrano certi cambiamenti d’accorpamento. È partendo dalle parole ‘educarsi ed educare’, espresse dal Ccnsigliere Compagnoni che riteniamo sarebbe auspicabile aprire un dialettico dibattito sul destino dell’ospedale di Luino.

Educarsi, politicamente, vuol dire finalmente decidersi ad iniziare un serio percorso d’analisi adatto ad individuare e strutturare nuovi modelli relazionali e istituzionali di confronto politico; vuol dire avere una volontà virtuosa di voler intercettare i reali bisogni della gente. Educarsi vuol dire essere in grado di riconoscere le difficoltà della gente nei momenti d’emergenza, anticiparli intervenendo creativamente e strutturalmente a risoluzione dei problemi, comportamento che aiuta il cittadino a recuperare quella necessaria percezione fiduciaria nei confronti di una presenza forte, in difesa della persona, delle istituzioni. Educare vuol dire far comprendere il valore di sé stessi e della comunità d’appartenenza; condizioni indispensabili per non far sentire la singola persona sola, ma sempre e in ogni momento custodita e accompagnata. Educare per l’appunto vuol dire (ri)portare alla conoscenza, in caso di eventuale razionalizzazione dei servizi, che esistono forme di custodia istituzionali pronte a risolvere i diversi disagi, risorse politiche in grado di ricreare quell’equilibrio tra logiche economiche e logiche umanitarie.

Franco Compagnoni, però, non si è fermato solo a ipotizzare (imposti) scenari di aggregazione, ma ha ulteriormente caricato di preoccupazioni portando alla conoscenza di comportamenti dell’Amministrazione Ospedaliera poco opportuni, come quella dei modelli contrattuali di assunzione del personale medico. Anche tale uso di modelli non fa presagire nulla di buono. Tutti ormai sappiamo che i contratti a tempo risultano sicuramente essere poco interessanti per una professione che necessità di serenità e di affezione alla struttura. Ma anche su questo argomento dei contratti la responsabilità politica è trasversale. Esistono pertanto due modi per eliminare una struttura: una chiusura imposta o ‘l’agonia democratica’ provocata attraverso l’uso improprio e sconsiderato di strumenti legali, come sembra, dalle dichiarazioni fatte, stia succedendo nel caso dell’ospedale di Luino.

Riteniamo pertanto doveroso, per evitare disinformazione, richiedere a Franco Compagnoni di esprimere in modo più articolato il suo interessante pensiero, trascritto in poche righe da questo sito di informazione, al fine di poter capire se le considerazioni espresse sono solamente considerazioni personali, oppure serie preoccupazioni d’ambito professionale che partono da informazioni per noi cittadini difficilmente accessibili”.

Si chiude così la nota stampa inviata da Sel Luino e Maccagno con Pino e Veddasca, firmata da Diego Intraina ed Antonio Azzarito.


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